Home NOTIZIE Sanremo 2022, il ritorno di Giusy Ferreri: “Al Festival con Miele e...

Sanremo 2022, il ritorno di Giusy Ferreri: “Al Festival con Miele e l’amore nostalgico”

Giusy Ferreri in conferenza stampa da Sanremo

Era solo il 2008 quando Giusy Ferreri si classificava seconda alla prima edizione del talent X-Factor, esplosa poi in una consolidata e bella carriera. Tanta acqua è passato sotto ai ponti. Tornata a Sanremo dopo cinque anni, nella prima serata del Festival di martedì 1 febbraio ha portato sul palco dell’Ariston il brano “Miele”, concepito con l’idea di un’enoteca francese dal gusto retrò, cantando un amore nostalgico. Un singolo diverso dai brani a cui la Ferreri ci ha abituati, per esempio con le hit estive, più intimo, con uno stile retrò e molto raffinato. L’artista ha utilizzato, in due momenti dell’esibizione, un megafono vintage per trasformare la sua voce e trasportare quindi gli ascoltatori indietro nel tempo, con un “mood retrò” accattivante ed affascinante. Un brano non “ruffiano”, come ci ha detto in conferenza stampa, alla quale anche Radio Roma, come sempre, era presente. Accanto al direttore d’orchestra era stato posizionato un grammofono d’epoca, un elemento che ha contribuito a riportarci indietro nel tempo ed a creare una splendida atmosfera dal sapore vintage. Quel gusto onirico “cinematografico e felliniano” che ci ha descritto molto bene in conferenza ma anche quelle atmosfere – diremmo noi – stile Woody Allen, la commedia romantica colta sull’amore. Lo stesso Fellini diceva che “Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio e con la bellezza”.
Guardando al glamour, una delle poche artiste che in prova aveva già lo splendido abito che ha caratterizzato il suo raffinato look, per l’esibizione in tarda serata.

L’artista, nata a Palermo ma vissuta sempre ad Abbiate Grasso – Milano, ha partecipato a quattro edizioni del Festival di Sanremo, nel 2011, 2014, 2017 e 2022 rispettivamente con “Il mare immenso”, “Ti porto a cena con me”, “Fa talmente male” e quest’annno con “Miele”, oltre che a 5 Summer Festival, nel 2014 con “Inciso sulla pelle”, nel 2015 con “Roma-Bangkok”, nel 2016 con “Volevo te” e con la cover di Rino Gaetano, “Ma il cielo è sempre più blu”, nel 2017 con “Partiti adesso” e nel 2018, vincendo insieme a Takagi & Ketra con “Amore e capoeira”:

“Il pezzo Miele” – continua l’artista milanese – “ha un turbillon francese, un dolce vortice e  questa sera grazie al maestro Melozzi ha avuto una versione leggermente diversa dalla versione radiofonica, con una ritmica più rotolante data dall’orchestra. Il Maestro Melozzi è un direttore d’orchestra molto particolare, esuberante, un artista che stimo moltissimo per come dirige, vicino alla musica classica ma anche con un’anima rock: il direttore perfetto per me”.

Una Giusy Ferreri con una immagine di altri tempi e con un look elegantissimo e raffinato. Il singolo, scritto da Takagi & Ketra, Federica Abbate e Davide Petrella, si è classificato per ora soltanto al decimo posto (e 19mo alla fine della seconda serata) con un filo di delusione della cantante. 
Come mai la scelta di portare sul palco dell’Ariston un brano così diverso per stile e arrangiamenti?
“E’ stata una scelta artistica pensata e molto mirata. Ho fatto questa scelta pensando attentamente: il brano è stato concepito con sonorità che rimandano al mondo retrò. Il megafono nautico non è amplificato e permette questa sonorità vintage. Inoltre, mi piaceva molto anche stilisticamente, come cornice per ricondurlo al progetto artistico e all’album “Cortometraggi”. E’ il megafono usato dai registi. Nel disco c’è infatti anche un omaggio a Federico Fellini, un pezzo intenso e profondo scritto da Diego Mancino per me. L’ho voluto per creare l’idea di un album pieno di versatilità con tanti piccoli film”.

L’album in uscita “Cortometraggi”, tanti piccolissimi film. Così la cantante:
“Sono molto legata al nuovo album, lo sento in maniera molto forte ed è stato concepito e sviluppato con una ricerca mirata ed una maggiore consapevolezza”

La scelta della cover, nella serata dei duetti di venerdì 4 febbraio è molto particolare con un brano storico di Lucio Battisti “Io vivrò, senza te”, del 1969, un capolavoro minimal senza tempo e con la collaborazione di Andy dei Bluvertigo, polistrumentista e musicista, artista poliedrico e trasversale:

“Avevo desiderio di omaggiare sul palco dell’Ariston un brano italiano: ho scelto quello di Lucio Battisti perché è un brano minimalista, molto intenso ma anche con una vena malinconica differente da quella di “Miele”. I due brani hanno approcci totalmente diversi anche a livello stilistico, vocale e di sonorità. L’arrangiamento di Io vivrò l’avevo immaginato con un’atmosfera soft rock e la collaborazione con Andy Dei Bluvertigo – al quale mi uniscono amicizia di lunga data e profonda empatia – darà quel suono in più, offrirà quel tocco magico ulteriore che ho cercato; una magia di suono raffinata e molto ricercata che spero possa arrivare gradita al pubblico”.

Un piccolo sorriso amaro. Soltanto decima nella classifica provvisoria della prima serata (19ma nella seconda, classifica sala stampa, NdR), così commenta l’artista:
“Bisogna dire che quando arriva il momento della classifica quel momento lì è un po’ demolitorio” – E ancora, sorridendo – “C’è sempre un pò di paura, quando si attende la classifica. Non immaginavo effettivamente decima nella prima serata, ma si accetta, bisogna accettarlo. Per quanto avessi pensato questo bravo in questa formula diversa, probabilmente il mood non è arrivato nell’immediato oppure ci si aspettava qualcos’altro da me. Del resto era successo questo anche con “Il mare immenso”, brano portato al Festival nel 2011. Lo accetto, non so se sia questione di fare meglio o peggio, sono scelte. A me sembrava la scelta migliore arrivando da un mondo di brani orecchiabili e solari come le mie hit estive. Poteva essere un aggancio di un brano, a mio parare orecchiabile ma non prettamente “ruffiano”. Ecco, non volevo un brano ruffiano; magari ci si sbaglia con le scelte ma alla fine ci sta”.

Hai potuto ascoltare qualche canzone dei tuoi colleghi, pur con le limitazioni dei protocolli?
“Con il Covid non c’è più l’occasione di condividere tutti insieme l’attesa, purtroppo, e dunque arrivando pochi minuti prima e limitando gli incroci sono riuscita ad ascoltare molto poco, soltanto una parte dell’esibizione dei Maneskin. Speriamo che il prossimo anno si torni ad una situazione di totale normalità”