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Roma, lunedì sciopero dei trasporti: si fermano bus, tram, metro e treni

Un nuovo sciopero dei trasporti, programmato per lunedì 6 maggio. Il servizio di trasporto pubblico è a rischio a causa dello sciopero nazionale di 24 ore indetto dai sindacati Cobas, Adl, Sgb, Cub, Adl e separatamente dall’Usb. Le reti Atac, Roma Tpl e ATI Autoservizi Troiani/Sap saranno coinvolte nell’agitazione a Roma. Anche l’azienda regionale Cotral sarà coinvolta.

Sciopero trasporti Roma, gli orari

Se non ci saranno revoche, possibili disagi saranno dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 fino alla fine del servizio su bus (anche extraurbani), tram, filobus, metropolitane e sulle ferrovie Termini-Centocelle, Metromare e Roma-Civitacastellana-Viterbo.

Inoltre, lo sciopero potrebbe coinvolgere anche le linee di bus notturne nella notte tra domenica e lunedì, e durante il giorno potrebbero verificarsi disservizi nelle attività al pubblico di Roma Servizi per la Mobilità.

Durante lo sciopero, nelle stazioni metroferroviarie Atac che resteranno aperte, il servizio di scale mobili, ascensori e montascale non sarà garantito. Le biglietterie Atac non offriranno servizio (quelle online invece funzioneranno regolarmente), mentre i parcheggi di interscambio rimarranno aperti. Per quanto riguarda i bike box delle stazioni eventualmente chiuse, sarà disponibile solo il bike box della stazione Ionio.

I motivi dello sciopero

Cobas Lavoro Privato, Adl, Sgb e Cub Trasporti chiedono “un aumento salariale di 300 euro; la riduzione dell’orario di lavoro da 39 a 35 ore settimanali, a parità di salario e riduzione del periodo di guida e del nastro lavorativo per gli autisti; l’adeguamento delle tutele sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, nonché per gli utenti del servizio di Tpl; il blocco delle privatizzazioni e delle relative gare di appalto per il Tpl”.

Usb, invece, contesta la “mancata convocazione per il negoziato del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro”. E chiede “il superamento dei penalizzanti salari d’ingresso garantendo l’applicazione contrattuale di primo e secondo livello ai neo assunti» e «più sicurezza dei lavoratori e del servizio, con l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro». Infine «il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina, nonché investimenti economici per tutti i servizi pubblici essenziali”.

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