Di Andrea Candelaresi
Mattinata di confronti quella di giovedì 7 aprile al Liceo Scientifico Primo Levi di via Francesco Morandini in zona Eur a Roma, dove un team composto da magistrati, PM, psicologi, sportivi, allenatori e appartenenti delle FF.OO hanno unito le forze e le idee con gli studenti e le studentesse per prevenire e combattere il fenomeno dilagante del bullismo e del cyberbullismo tra i più giovani utilizzando l’arma virtuosa dello sport. L’obiettivo? Sensibilizzare affinché le attività sportive diventino parte proattiva negli istituti scolastici italiani per l’educazione sociale e civile dei ragazzi e delle ragazze sin dalla più tenera età.
L’evento è iniziato con la riproduzione di un cortometraggio introduttivo nel quale si è spiegato il ruolo delle Forze dell’Ordine e delle istituzioni nel combattere il bullismo tramite una storia.
Si è poi proseguito con un dibattito aperto con domande e risposte tra gli esperti sul palco e i ragazzi del liceo, attenti e parte attiva del confronto. Tra gli appartenenti delle Forze dell’Ordine vi era Ivan Palumbo, ispettore e coordinatore sport di combattimento delle Fiamme Oro che così ha esordito: “Nel 2017 l’ex capo della polizia ha istituito i gruppi sportivi giovanili della Polizia di Stato che rappresentano un modo di radicarsi e di essere presenti delle istituzioni sul territorio. Il tutto in zone difficili d’Italia. Servono a dare dei punti di riferimento a quei ragazzi che non li hanno”. È intervenuto dunque Marco Papacci, tecnico del settore lotta per le FF.OO: “Noi spesso riceviamo abbracci dai nostri ragazzi ed è tramite quegli abbracci che si rompe una barriera che può portare all’empatia”. Proprio sull’empatia si è voluta soffermare poi la dottoressa Rosj Guido, psicologa e psicoterapeuta, la quale ha voluto anche rispondere ad una domanda posta dagli studenti su come poter aiutare il bullo a smettere di ricoprire tale ruolo: “Bisogna innanzitutto chiedersi chi è il bullo” – ha esordito – “Lui non nasce cattivo, ma è successo qualcosa nella sua vita che lo ha portato ad essere così. Spesso il bullo prima era una vittima e si comporta da duro per autodifesa e preservazione dell’Io a fronte anche di poche attenzioni ricevute in famiglia. Lo si può aiutare con la psicoterapia, oppure parlando e denunciando gli atti di bullismo, non bisogna mai rimanere inermi di fronte a tali casistiche”.
Sullo stesso argomento si è espresso poi anche Daigoro Timoncini, pluricampione italiano di lotta e autore del libro “Lo Sport Maestro di Vita”, il quale ha raccontato il suo percorso di vita: “Ho avuto la fortuna di girare il mondo e di partecipare alle Olimpiadi con lo sport, ma non solo, per me quest’ultimo è stato un maestro di vita. Mi ha infatti insegnato il rispetto dell’avversario, delle regole e l’umiltà e il valore della sconfitta. Soprattutto però lo sport ti insegna a capire te stesso e quando ti conosci il giudizio degli altri conta meno, aumentando così la tua autostima”.
Anche il sostituto procuratore e magistrato della procura di Roma nonché esperto di cyberterrorismo Eugenio Albamonte ha risposto ai quesiti degli studenti sulla questione inerente al cyberbullismo: “Noi come istituzioni possiamo avere accesso alle chat e ai telefoni di chi coinvolto in un fenomeno del genere, potendo dunque ripercorrere la filiera del reato, da chi gira filmati incriminati a chi li condivide fino a chi li commenta arrecando danno alla vittima”. Sulle ripercussioni legali ha invece detto la sua Pamela Franconieri, vicequestore aggiunto della IV sezione violenze di genere della Squadra Mobile di Roma: “Non ci vuole nulla a far rimbalzare nella rete video o informazioni che possono creare dei danni incredibili e ciò ci deresponsabilizza, come se non causasse conseguenze per nessuno. E invece no, le conseguenze ci sono sia per la vittima che per il bullo, il quale può avere delle conseguenze penali anche gravi e di lungo periodo, che gli rovinano la vita”. Sul palco presenti poi anche tenente colonnello Nicola Signorile; l’avvocato e viceprocuratore onorario della procura di Civitavecchia Gloria Sabbatini, organizzatrice e presentatrice dell’evento; l’avvocato e viceprocuratore onorario della procura di Civitavecchia Massimiliano Strampelli; il giudice onorario presso il tribunale di Velletri Maurizio Colangelo e Stefano Di Puccio, tecnico del settore judo per le FF.OO.
A conclusione dell’evento si è infine svolta una simulazione tramite la partecipazione degli studenti, che ha portato ad un ulteriore arricchimento del dibattito finale.