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Cinzia Giorgio, direttrice “Pink Magazine Italia”, a Non solo Roma – Puntata di Giovedì 2 Novembre 2023

VIAGGIARE IN SOLITARIA: QUANTE DONNE SONO DISPOSTE A FARLO SENZA SENTIRSI IN PERICOLO?

Ospite in collegamento Cinzia Giorgio, direttrice di “Pink Magazine Italia

Ci sono ancora molti tabù e limiti per noi donne, uno di questi è per esempio, viaggiare da sole. Se un uomo viaggia da solo per lavoro o per piacere nessuno si preoccupa, né corre grossi rischi; una donna che viaggia da sola, soprattutto per piacere è ancora vista con sospetto, corre molti più rischi di un uomo e deve limitarsi molto di più, si crede erroneamente che se sei in viaggio da sola sei in cerca di qualcosa, di avventure o esperienze estreme che possono in qualche modo metterti in pericolo. Ecco perché vi do qualche consiglio per tutelare i vostri viaggi e viaggiare da sole in tranquillità, non rinunciando al vostro divertimento.

Ma cosa consigliare ad una viaggiatrice solitaria?

Innanzitutto cercare di arrivare nella città che si visita, con un volo aereo del mattino o al massimo del pomeriggio, in modo da avere tutto il tempo con la luce del sole e in orari molto frequentati, di trovare con comodo il vostro albergo. Prenotare sempre prima l’albergo, il bad and breakfast o l’airbn, in modo da essere tranquille ed avere dei punti di riferimento quando arrivate nella città sconosciuta. La notte preferibilmente muoversi con il taxi, per chi ama guidare e ha un buon rapporto con il navigatore, si può facilmente affittare una macchina a noleggio, sarà sempre più sicuro di passaggi con sconosciuti o mezzi pubblici .

Queste sono le regole principali che si potrebbero seguire quando si viaggia da sole, e capita spesso. Per tutto il resto, è divertente e appagante trovarsi sola in una grande città e godersela a pieno, sia per lavoro che per piacere. È bello perché ti misuri solo con te stessa e con i tuoi limiti per affrontare sorprese o imprevisti che sono sempre il sale della vita.

E si possono incontrare persone magiche, che ti aiutano a diventare una donna migliore, si possono conoscere tante persone e vedere ed incontrare luoghi magici in cui perdersi per poi ritrovarsi. Per cui divertitevi e andate in giro per il mondo senza paura di sentirvi sole o indifese.

“C’È ANCORA DOMANI”, IL FILM DELLA CORTELLESI CHE CELEBRA LE DONNE CHE NON HANNO AVUTO VOCE

“La vita di quelle donne, donne che nessuno ha mai celebrato” viene messa a nudo in tutto il suo dramma e in tutta la sua gloria in C’è ancora domani. Per la prima volta Paola Cortellesi firma anche la regia, oltre alla sceneggiatura (insieme a Furio Andreotti e Giulia Calenda) e all’interpretazione come protagonista, del film d’apertura della 18° edizione della Festa del Cinema di Roma, che ha srotolato oggi il suo tappeto rosso.

Rubando dall’immaginario del cinema italiano degli anni ’40 e dei primi anni ’50, il film ci tuffa in questo passato condiviso che è il dopoguerra. Lo fa, però, inquadrando un punto di vista inedito, con un linguaggio che si riallaccia alla commedia all’italiana e al contempo se ne allontana.

Possiamo ritrovare tutta la storia del cinema italiano in questo “bianco e nero”. (Inoltre, basti pensare che Paola Comencini ha curato la scenografia.) Ciò che vediamo realmente, però, è il controcampo del cinema italiano: la storia di quelle donne che non hanno avuto voce, né diritto al voto, fino al 2 Giugno del 1946.

Delia (interpretata da Cortellesi) è sposata con Ivano (un eccezionale Valerio Mastandrea) “che è molto nervoso perché ha fatto due guerre”. I due hanno tre figli, due maschietti e una ragazza adolescente, e vivono tutti insieme al nonno (padre di Ivano) in un seminterrato. Delia si sveglia, viene menata, prepara la colazione ai tre figli, al marito e al suocero. Va in giro per Roma a fare punture con le siringhe a ricchi anziani per guadagnare qualche lira.

Rammenda calze e reggiseni, fa il bucato, torna a casa, prepara la cena e viene nuovamente menata. Non mette in dubbio questo modo di fare, così è. Inconsapevole dei suoi diritti in quanto essere umano, Delia accetta senza obiettare; “la violenza domestica non era un argomento, era un dato di fatto”. Lei la violenza la vive come fosse un balletto; d’altronde che alternative ha?

In effetti, un’alternativa ci sarebbe: un amore adolescenziale, Nino (Vinicio Marchioni), che tutti i giorni le mostra attenzioni e dolcezze che Ivano non sa dare. Ma Delia va avanti così, nella sua sacra unione, dimenticandosi quotidianamente il dolore di ieri in nome dell’oggi dei suoi figli e di sua figlia.

“Rubandosi” un po’ dei soldi che guadagna, e cioè non dandoli in mano al marito, riesce a mettere da parte una cifra sufficiente con l’obiettivo di comprare un vestito da sposa nuovo alla figlia, Marcella, che sembra essere in procinto di fidanzarsi. Non ci potrebbe essere gioia più grande per una madre: una figlia innamorata e a due passi dall’altare. E invece Delia scopre presto che il giovane fidanzato di Marcella dimostra già degli atteggiamenti possessivi, spaventosi, che le ricordano fin troppo bene il suo vissuto.

E fa impressione vedere un’attrice come Paola Cortellesi, che conosciamo soprattutto in vesti comiche, commuoverci come fa indossando una maschera così addolorata, così triste. Perché in fondo, quante di noi ritrovano le proprie nonne o bisnonne nella storia di Delia? Il coraggio di Delia, così come di tutte le altre donne di quella generazione, cambierà le regole del gioco, con un colpo di scena rivoluzionario, in tutti i sensi.

GALA, TUTTA LA POTENZA DI UN’ARTISTA STRAORDINARIA

Gala è una delle artiste italiane più ascoltate all’estero fin dagli anni Novanta. Ha venduto oltre 6 milioni di dischi in tutto il mondo. Il suo album di esordio Come Into My Life (1998) include i singoli premiati con dischi di platino: Freed from Desire (in top ten nel Regno Unito per ben otto settimane), Let a Boy Cry (primo in classifica in Italia, Spagna, Belgio e Francia) e Come Into My Life (primo in classifica in Italia, Spagna e Israele).

“Un’artista incredibile con una grinta pazzesca – ha raccontato Cinzia Giorgio direttrice di Pink Magazine – una caratteristica essenziale per raggiungere i propri obiettivi. Pensate che ha creato una sua etichetta discografica e collaborano con lei soltanto donne; quando ha proposto questo al suo manager a New York, lui rimase molto scettico e addirittura le chiese se fosse legale! Invece la determinazione di questa giovane cantante dovrebbe essere d’esempio per tante di noi!”.

L’intervista completa a Gala è su Pink Magazine Italia.