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Associazione Libera e beni confiscati alla criminalità, incontro alla Casa della legalità

E’ andato in scena ieri l’incontro tra il Comitato di quartiere Campo Romano – Casalotto, l’Associazione Libera e le delegazioni dei Governi dell’Argentina e della repubblica di Albania alla Casa della legalità, struttura sita in Via Rocca Bernarda, confiscata alla criminalità è ora è di proprietà della Regione Lazio ed è gestito senza alcun compenso dal CdQ Campo Romano – Casalotto.

L’incontro ha avuto la finalità di far conoscere a tali referenti le realtà di tali beni e l’utilizzo degli stessi una volta che vengono riconsegnati alla cittadinanza. Le delegazioni dei Governi dell’Argentina e della repubblica di Albania hanno visitato altre strutture e altre realtà in modo tale che possano esportare nei loro paesi, quale esempio di “best practice”.

Tatiana Giannone – responsabile nazionale dei beni confiscati di Libera, che ieri mattina era presente all’incontro, nella sua attività di monitoraggio – commenta che sono 991 i soggetti dell’associazionismo, tra cui realtà del mondo religioso , gruppi di scoutismo e della cooperazione, che ogni giorno danno una nuova vita ai beni confiscati, rendendoli sempre di più luoghi comuni, che producono una economia sana e pulita che non guarda al profitto, ma allo sviluppo della persona con una mana tesa all’ambiente.

Associazione Libera, cos’è

libera

Libera è un’associazione che riunisce insieme circa 1600 realtà attive sul territorio italiano (e non solo) per contrastare attivamente mafie e sfruttamento. È un’associazione di promozione sociale presieduta da don Luigi Ciotti, fondata nel 1995 su ispirazione di Luciano Violante e Saveria Antiochia, con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alla criminalità organizzata e di favorire la creazione di una comunità alternativa alle mafie stesse.

L’Associazione è intervenuta attivamente nell’approvazione della L. 109/96, quale legge che regola la confisca dei beni di proprietà degli esponenti mafiosi e soprattutto della loro ri – assegnazione, per cui case, terreni, e aziende che un tempo erano di proprietà della criminalità organizzata, oggi possono diventare patrimonio della collettività. Secondo i dati di Libera le organizzazioni no profit impegnate nella gestione dei beni immobili sequestrati alla criminalità organizzata sono 991 prevalentemente.