Home PROGRAMMI A VISO SCOPERTO La vera storia della guerra in Donbass (Con Vincenzo Lorusso, 29/04/2024)

La vera storia della guerra in Donbass (Con Vincenzo Lorusso, 29/04/2024)

 

 

“Donbass ieri oggi domani” documenta la vera storia della guerra in Donbass.

“Donbass ieri oggi domani” è un documentario del 2021, doppiato e portato in Italia da Vincenzo Lorusso, giornalista freelance, Donbass Italia,  un ospite ben conosciuto dal pubblico di “A Viso Scoperto”.

Il documentario racconta, attraverso filmati e testimonianze, le tappe politiche e le ingerenze occidentali che hanno trasformato l’Ucraina, più precisamente il Donbass. Da un paese dove russofoni e popolazione di lingua ucraina vivevano in pace, per esempio un ucraino era sposato con una donna russofona così come un russofono era sposato con una donna di lingua ucraina, non c’erano motivi di odio, non c’erano persecuzioni, non c’erano bombardamenti, popolazioni ed etnie storicamente legate vivevano in pace.

Il titolo di questa puntata è “La vera storia della guerra in Donbass”, vera perché contrappone i fatti alla propaganda occidentale, ci sarà chi si farà una grassa risata come accade spesso sui social, chissà se si ride per ignoranza o per rifiuto della verità.

Prima di parlare del documentario vediamo il filmato del lancio del nuovo missile nord coreano in grado di colpire qualsiasi obiettivo negli Stati Uniti, una spettacolarizzazione Hollywoodiana, a cui Kim Jong-un ci ha abituati e che ricorda i video di Zelensky, alcuni girati con il green screen. La minaccia Nord Coreana al di là della spettacolarizzazione la minaccia è reale.

Ci soffermiamo sulle difficoltà dell’Ucraina sul campo di battaglia, ovvero che la battaglia è persa e che le linee ucraine che accerchiano il Donbass potrebbero cedere in diverse parti del fronte.

Nelle file ucraine combatte un neonazista russo, Denis Kapustin, quarantenne, nato a Mosca e trasferitosi a Colonia all’età di 17 anni, si è guadagnato nel tempo una reputazione che lo ha portato nel 2019 a vedersi cancellare il permesso di residenza in Germania e a osservare un divieto di ingresso nell’area Schengen.

Uno degli attivisti neonazisti più influenti d’Europa. Come mai un neonazista russo combatte per l’Ucraina contro la Russia?

Donbass ieri oggi domani

Donbass ieri oggi domani è un documentario del 2021, ma attualissimo. Dimostra in modo inequivocabile come l’Occidente abbia preparato da diversi anni il conflitto in Ucraina. Documenta in maniera inequivocabile gli orrori e i crimini di guerra commessi contro la popolazione del Donbass.

Ricordiamo come Soros abbia pesantemente condizionato le sorti politiche dell’Ucraina, investendo montagne di soldi e manovrando per rovesciare il governo considerato filo-russo e imporne uno filo occidentale. Scrive “Il sole 24 ore”: il governo nasce da un processo di head hunting, la selezione è stata fatta da due società di selezione di personale Pedersen & Partners e Korn Ferry che hanno individuato 185 potenziali candidati tra gli stranieri presenti a Kiev e tra i membri della comunità ucraina che lavorano in Canada, Stati Uniti e Regno Unito. Dopo i colloqui, i cacciatori di teste hanno ristretto la rosa a 24 candidati con i requisiti richiesti per lavorare nell’esecutivo da ministri o funzionari altamente qualificati. L’iniziativa è stata sostenuta dalla Fondazione Renaissence, network di consulenza politica finanziato dall’uomo d’affari americano George Soros.

Secondo il KyivPost  Soros ha pagato 82,200 dollari per sostenere le due società coinvolte nella selezione di personale. Non sono notizie da sito complottista: lo scorso maggio lo stesso Soros ha detto a Fareed Zakaria di Cnn d’aver contribuito a rovesciare il regime filorusso per creare le condizioni di una democrazia filo-occidentale.

Maidan e gli USA

Una guerra che inizia da molto lontano. Secondo un testimone del documentario: Tutto è iniziato il 10 dicembre 2013 quando Victoria Nuland con l’ambasciatore statunitense in Ucraina arrivarono a Kiev e si diressero a  Maidan dove iniziarono a distribuire dolcetti, la rivoluzione colorata ha inizio.

George Eliason giornalista - Documentario Donbass ieri oggi domani
George Eliason giornalista – Documentario Donbass ieri oggi domani

L’Euromaidan fu una serie di manifestazioni filoeuropee iniziate in Ucraina nella notte tra il 21 e il 22 novembre 2013, all’indomani della decisione del governo di sospendere le trattative per la conclusione di un accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione europea destinato a diventare un accordo di libero scambio globale e approfondito tra Ucraina e Unione europea. Durante le proteste, concentrate nella capitale Kiev, il 30 novembre 2013 si verificò un crescendo di violenza a seguito dell’attacco perpetrato dalle forze governative contro i manifestanti. Le proteste sfociarono nella rivoluzione ucraina del 2014 e, infine, nella fuga e messa in stato di accusa del presidente ucraino Viktor Janukovyč.

Il 20 e 21 febbraio del 2014si perpetrò la strage di piazza Maidan. Secondo Wikipedia l 20 febbraio 2014, iniziò uno dei giorni più sanguinosi della protesta. Sì contarono oltre 100 morti, 70 tra i manifestanti e 17 tra la polizia. A sparare furono dei cecchini appostati alle finestre dei palazzi che circondano piazza Maidan.  Ancora ignota e soggetta a investigazioni è l’identità individuale dei cecchini che quel giorno spararono sulla folla, anche se è certa la responsabilità del regime.

Wikipedia non ha dubbi sul coinvolgimento della Russia ma non dice una parola sul coinvolgimento degli USA.

il 23 febbraio 2014 il parlamento Ucraino dopo il colpo di stato vota per limitare l’uso della lingua russa, la Russia da paese fratello diventa un nemico.

I cecchini a Maidan

Secondo un articolo del Manifesto di febbraio 2018, che riporta le interviste a due cecchini georgiani che spararono a Maidan, le responsabilità USA sarebbero inequivocabili:

«Giunse alla nostra tenda sulla Maidan Mamulashvili (uno stretto collaboratore di Michail Shakashivili, ex presidente della Georgia, n.d.r.) con un ucraino che si faceva chiamare Andrea, ma soprattutto con un americano che indossava la mimetica, un ex soldato dell’esercito, che si presentò con il nome di Cristopher Bryan». Il misterioso Bryan venne presentato come «istruttore di contractors». La circostanza è confermata dall’altro «contractor» georgiano, Koba Nergadze, che incontrò separatamente Bryan ma questa volta alla presenza proprio di Shakashivili. Racconta Nergadze: «Era presente all’incontro anche l’attuale capo della sicurezza nazionale Sergey Pashinsky. Gli ordini venivano dati da Bryan e a noi tradotti in georgiano da Mamumashvili. Un gruppo di «contractors» diretto da Pashinsky, e composto da lituani, polacchi e georgiani avrebbe dovuto recarsi all’edificio del Conservatorio ma non avevamo idea per far cosa».

«LA MATTINA PRESTO – ricorda ancora Nergadze – verso le 8, ho sentito spari provenienti dal Conservatorio. Dopo tre o quattro minuti il gruppo di Mamulashvili ha anch’esso iniziato a sparare dall’hotel «Ucraina». I due gruppi di cecchini spararono in modo incrociato sia sulla polizia sia suoi dimostranti cercando di provocare più morti possibili. «Pashinsky mi ha aiutato a scegliere le posizioni di tiro. Verso le 7.30 del mattino (o forse più tardi) Pashinsky ordinò a tutti di prepararsi ad aprire il fuoco. Avremmo dovuto sparare 2 o 3 colpi e poi cambiare posizione in modo che i colpi sembrassero casuali. Abbiamo continuato per circa 10-15 minuti. Successivamente, ci è stato ordinato di abbandonare le armi e lasciare l’edificio».

I DUE GEORGIANI affermano che per provocare il massacro ricevettero due pagamenti: il primo di 10mila dollari e il secondo di 50mila. Per ogni parlamentare dell’opposizione ucciso avrebbero ricevuto altri 1.000 dollari supplementari.

ADESSO LE RIVELAZIONI dei due cecchini georgiani gettano un’ombra ancor più lugubre su tutta la vicenda. In piazza Maidan non spararono solo cecchini dei gruppi neofascisti ma anche mercenari assoldati dagli americani per mezzo dell’ex-presidente georgiano «Misha» Shakashvili.

Iniziano le proteste pacifiche

Dal documentario: il 13 aprile 2014 L’Ucraina spinta dall’occidente inizia la soppressione (mascherata da operazione antiterrorismo) è una guerra fratricida il cui obiettivo è sradicare tutto ciò che è russo. Il popolo ucraino su volontà americana diventa carne da macello. Gli abitanti del Donbass provano a fermare i carri armati a mani nude.

Odessa appoggia il Donbass la gente scende in piazza per chiedere un referendum

E il 1° maggio gli abitanti organizzano una protesta con circa 20.000 persone. I cittadini chiedevano un compromesso ma il governo il 2 maggio ordinò la strage. Inviò gli squadristi nazisti con la scusa di una partita di calcio.

Alcuni si appostarono sui tetti armati di pistole, le persone si rifugiarono nel palazzo del sindacato e morirono bruciate vive, la polizia non intervenne. Chi riusciva a sfuggire alle fiamme e usciva veniva ucciso sparandogli in testa. Nessun arresto e nessuna condanna.

Il Donbass si organizza per difendersi e non fare la fine di Odessa e la resistenza non verrà piegata, il globalismo per la prima volta viene fermato.

Il Donbass indice un referendum con enorme affluenza viene decretata l’indipendenza delle repubbliche autonome di Lugansk e Doneck.

Subito arrivarono i carri armati ucraini e gli squadristi nazisti che cercano gli organizzatori del referendum, il risultato è un’altra strage: oltre 1.000 feriti vengono operati da un solo chirurgo per la maggior parte civili. Arrivano i primi volontari.

L’occidente incolpa la Russia di finanziare i gruppi separatisti, che però nacquero dopo la strage di Odessa, mentre in Donbass arrivano antifascisti da tutto il mondo.

Nell’aprile/maggio 2014 esplode la guerra, tutti gli abitanti del Donbass vanno a combattere, ma non avevano armi e molti vennero massacrati, il governo ucraino decreta le repubbliche autonome come separatiste e terroriste: è guerra civile.

Gli accordi di Minsk

Tutto quello che è riportato sui media occidentali è falso racconta un testimone. I soldati americani, inglesi e canadesi fanno addestramento e combattono sul campo.

Nell’estate 2014 iniziano battaglie come nella seconda guerra mondiale

7.000 soldati ucraini vengono accerchiati, molti si arrendono altri riescono a scappare, l’Ucraina è in una situazione disastrosa e nel settembre 2014 vengono firmati gli accordi di Minsk. Che salvarono l’Ucraina dal disastro.

Ma subito dopo la firma l’Ucraina inizia a prepararsi per una nuova guerra.

A gennaio 2015 l’Ucraina bombarda diverse città rompendo gli accordi di Minsk (settembre 2014). Ma le forze armate ucraine vengono nuovamente accerchiate.

Nato, UE e USA sovvenzionano la guerra senza di loro non ci sarebbero stati così tanti morti e una guerra così lunga e cruenta. Il 12 febbraio 2015 vengono firmati gli accordi di Minsk 2 mai rispettati. D’altronde come ha ammesso la Merkel quegli accordi servivano solo per prendere tempo affinché l’esercito ucraino potesse riorganizzarsi grazie anche all’addestramento di soldati USA, canadesi, inglesi e francesi.

È la guerra dell’occidente contro la Russia, quella guerra che gli americani cercavano da decenni, ma sul campo la guerra non è contro la Russia ma contro la popolazione del Donbass