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Ostia, l’insegnante aggredita sarà trasferita. Onorato: “Fallimento dello Stato”

“Ho paura”. Lo avrebbe detto ieri, al ministro Valditara, la maestra aggredita nei giorni scorsi nel cortile di una scuola di Ostia. Un’aggressione violenta, sotto gli occhi di tutti. Il motivo? L’insegnante avrebbe rimproverato il bambino durante la lezione. Così la mamma l’avrebbe presa a schiaffi. E proprio a Ostia, ieri, ha fatto visita alla maestra il ministro dell’Istruzione Valditara.

“Ho incontrato la docente e le ho portato la solidarietà e la vicinanza del governo, dello Stato e mia personale. Lo Stato come sempre è qui presente” ha detto il ministro a margine della visita. E ha aggiunto: “La maestra era ovviamente preoccupata: lei ha fatto il suo dovere e ha evitato che ci fosse una rissa in classe”.

Il ministro ha riportato la versione dell’insegnante, secondo la quale “un bambino in quel momento stava picchiando un altro bimbo e quindi li ha separati – scrive Adnkronos. – Ha fatto quello che un insegnante dovrebbe fare. Nelle nostre scuole la violenza non è ammessa. La cultura del rispetto è quello che chiediamo a tutti gli insegnanti di trasmettere a tutti i bimbi e quell’insegnante stava cercando di trasmettere la cultura del rispetto. Sappiamo cosa è successo dopo – ha proseguito il ministro – Solidarietà all’insegnante ma soprattutto voglio sottolineare la solidarietà a tutti coloro che insegnano in un contesto complicato”.

Ostia, la lettera di Onorato

Sulla vicenda è intervenuto anche l’assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda Alessandro Onorato, che in una lettera ha scritto: “Ostia è un fallimento dello Stato. Ammettiamolo, senza girarci troppo intorno. Non saranno le passerelle dei ministri a rendere questa ferita meno dolorosa. Non basterà la propaganda delle destre – che della sicurezza hanno sempre fatto la loro bandiera – a farci sembrare meno assurdo l’epilogo che tutti noi stamattina abbiamo letto sui giornali. “L’insegnante sarà trasferita in Abruzzo” ha titolato uno dei principali quotidiani della città. Come pensate che arrivi questo messaggio agli occhi delle mamme e dei papà che a Ostia si impegnano ogni giorno a spiegare ai loro figli la differenza tra giusto e sbagliato?”.

Ha scritto ancora Onorato: “Come suonerà nelle orecchie dei giovani alle prese con le prime scelte di vita? Cosa penseranno tutti gli insegnanti appassionati, scrupolosi e seri che ogni giorno si sostituiscono alle tante mancanze delle istituzioni e alle stesse famiglie? In un mondo normale ad andarsene non dovrebbe essere l’insegnante ma la signora Spada, dell’omonimo clan mafioso che da troppo tempo infanga il buon nome di Ostia. Allora sì che le istituzioni potrebbero camminare a testa alta. Sono arrabbiato? Molto. Perché amo Ostia. Perché sono figlio di due insegnanti. Perché so quanto amore gli insegnanti mettono nel loro lavoro. Perché credo nelle istituzioni. E perché conosco troppo bene la fatica che fanno le persone che in quel territorio vogliono vivere con la schiena dritta. E che spesso hanno l’impressione che per vivere meglio sia necessario andare lontano. Oggi per loro sarebbe servita una risposta esemplare. E invece niente. Uno Stato mite e quasi rassegnato si limita a prendere atto che chi ha fatto il proprio dovere andrà via, a cercare serenità lontano. E chi invece ha sbagliato rimarrà lì. Sicuramente, ora, più forte di prima. No. Lo Stato può e deve fare di meglio”, conclude l’assessore.

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