Fumogeni e striscioni alla Sapienza: occupata la facoltà di Fisica. Continua la mobilitazione degli studenti a Roma. I collettivi universitari che aderiscono alla campagna End Fossil hanno occupato Fisica all’interno della città universitaria dove è stata appesa anche una bandiera in solidarietà al popolo palestinese.
Roma, occupata facoltà di Fisica alla Sapienza: “Stop agli accordi con le aziende fossili e guerrafondaie”
Al centro della protesta scattata nella serata di ieri lunedì 20 novembre con l’occupazione della facoltà di Fisica la richiesta degli studenti di fermare “gli accordi in tutto l’Ateneo con le multinazionali ecocide e guerrafondaie” scrivono gli studenti di Cambiare rotta e del Collettivo Fisica Sapienza che annunciano giornate di agitazione in tutta La Sapienza, con momenti iniziative, dibattiti e azioni di sensibilizzazione sul tema rivolti a tutta la comunità studentesca.
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Le richieste degli studenti
“Anche da Fisica denunciamo il ruolo delle nostre università nella filiera bellica e della devastazione ambientale” aggiungono gli studenti che chiedono
- la revoca immediata dell’accordo quadro tra Sapienza e Leonardo
- le dimissioni della Rettrice dal Comitato Tecnico-Scientifico della Fondazione MedOr (fondazione Leonardo per la promozione dei collegamenti con il mondo della formazione) presieduta da Minniti
- l’accessibilità incondizionata ai dati frutto di ricerche in partenariato pubblico-privato: contro la logica del profitto nella ricerca, per la diffusione libera della conoscenza
La campagna End Fossil Occupy
“Le temperature estreme, la siccità, i sempre più frequenti eventi meteoroligici disastrosi – scrivono gli studenti che si uniscono alla campagna End Fossil Occupy! – sono accompagnati dalla certezza che sarà sempre peggio. Nel frattempo l’acuirsi di conflitti determina un’escalation bellica che non sembra volersi fermare. Ultima linea di faglia si apre in Medio Oriente, dove la sordità occidentale a decenni di lento genocidio del popolo palestinese è stata bucata dal più grande sterminio di civili della storia recente, portato avanti da Israele e attualmente ancora in corso”.
“Conosciamo la radice sistemica di questa situazione: il capitalismo, nella sua ambizione di crescita illimitata è naturalmente votato all’estrattivismo e alla guerra. E proprio i luoghi della formazione, – sottolineano – che sono importanti centri di riproduzione del sistema, sono i principali bersagli della propaganda e degli interessi delle aziende che traggono giovamento da questo modello”.
