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Da Albano a piazza San Pietro per dire “no” all’inceneritore. La staffetta per una lettera

“Oggi siamo qui per dire NO all’inceneritore. Vogliono costruire un inceneritore a pochi chilometri dai nostri territori, a pochissimi chilometri anche da Castel Gandolfo. Stiamo parlando di cinque o sei chilometri. E allora la gente deve sapere l’ingiustizia che il nostro territorio sta subendo.”

No all’inceneritore, sì ad un’economia circolare per una Roma pulita sul serio. Da Santa Palomba al Vaticano i comitati dei Castelli hanno fatto una staffetta per protestare contro il termovalorizzatore consegnando idealmente una lettera a Papa Francesco che da sempre ha a cuore i temi ambientali, come ha dimostrato anche nella sua enciclica sul tema dei rifiuti che devono essere trattati secondo scienza e non stando ai dettami della politica. La preoccupazione per questo progetto è tanta, così tanta da prendere una ferma posizione come comunità, credente e non, per reagire – testuali parole dalla lettera –  “all’indifferenza e alla cultura dello scarto dilagante, promuovendo con forza una cultura della cura.”

“Abbiamo a cuore la pulizia e il decoro della Città eterna – si legge nella lettera – tanto quanto la salute del pianeta in cui viviamo, che merita l’impegno di tutti per lasciarlo ai nostri figli in condizioni migliori di adesso.
Ci spiace doverLa interpellare direttamente, ma c’è il concreto rischio che il prossimo Giubileo che la Chiesa Cattolica celebrerà nel 2025, possa essere strumentalizzato per giustificare i poteri speciali con i quali, in deroga alle leggi regionali e nazionali che tutelano salute e diritti dei cittadini, si vorrebbe realizzare l’impianto di incenerimento, che tra l’altro non sarà pronto per il 2025.”

No all’inceneritore, sì ad un’economia circolare

“Oggi noi vogliamo dirlo a gran voce arrivando fino a Sua Santità. Vogliamo condividere con lui le nostre preoccupazioni per questo mostro che vogliono realizzare, questo mostro che condannerà il nostro territorio per oltre 30 anni. Noi diciamo NO a tutto questo.”

Alcuni rappresentanti dei comitati sono entrati nella città del Vaticano per consegnare la lettera nelle mani del segretario del Santo Padre. Cosa chiedono? Di prendere in considerazione l’istanza di sollecitare la creazione di una commissione che provi a trovare soluzioni migliori e alternative a quella che nella lettera viene definita come “una tecnologia dannosa, che nulla ha a che fare con il decoro di Roma […] (e che, ndr) sembra più utile a tutelare gli interessi di chi finora ha guadagnato grazie allo smaltimento dei rifiuti in discarica o nei termovalorizzatori.”

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