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Ecofollie e Pride

 

Una puntata ricca di contributi filmati e documenti fondamentali. Si inizia con un video di Mario Draghi che spiega molto bene la differenza tra i potenti che decidono le sorti del mondo, ovvero gli attori che recitano la propria parte e i noi poveri normali, che invece non recitiamo ma assistiamo alla recita, senza sapere quello che succede dietro le quinte e che pertanto non siamo in grado di capire. Forse Draghi si dimentica che almeno sulla carta siamo in democrazia.

Zuckerberg ammette: in pandemia censurati post veri

Zuckerberg il proprietario di Meta (Facebook) ammette che in pandemia la scienza ha sbagliato e che i suoi social hanno deliberatamente censurato notizie vere, anche scientifiche. La cosa vergognosa è che tutto tace, che a questi ducetti del web, bastano le scuse. Le scuse se le può tenere, inizi invece a togliere per esempio la censura sulle pagine e sui post del sottoscritto e di tutti quelli che i suoi social hanno inserito nella lista nera dello shadow Ban, inizi a disfarsi dei fact checker che tutto sono meno che indipendenti ricercatori di verità, assomigliano invece a censori al soldo del potere, finanziati dallo stesso Meta/Facebook. Ma poi che ce ne facciamo delle scuse? Paghi e paghi fino all’ultimo, ha dato informazioni false in pandemia censurando le notizie vere? Quindi è complice della morte o dei danni di centinaia di migliaia di persone o no?

Elettrocardiogramma a scuola

A scuola consigliano elettrocardiogrammi pre prevenire infarti e malori improvvisi, quando ero ragazzo era rarissimo sentire di qualche coetaneo colpito da morte improvvisa, oggi è all’ordine del giorno, poi dicono che la medicina ha fatto progressi, forse intendono i progressi economici, di domino e di controllo delle aziende farmaceutiche, che alimentano il cosiddetto mercato della malattia.

Speranza fugge dalla folla inferocita, mentre La dott.ssa Silvana De Mari replica a Matteo Bassetti che non perde occasione per mostrare la sua bassezza morale, e che recentemente ha fatto un video in cui gioiva della radiazione della De Mari e della sospensione del dott. Stramezzi, dando ad entrambi e a tutti i medici che hanno curato in scienza e coscienza dei ciarlatani, un atteggiamento che non è più accettabile e nemmeno sopportabile.

L’illogica follia del tutto elettrico

Un uomo è morto nella sua casa durante l’alluvione, perché aveva tutta la casa funzionante con l’elettronica e quindi l’elettricità, quando è arrivato il fiume d’acqua è saltata la corrente e lui è rimasto prigioniero in casa, in quanto porta, finestra e inferriate erano sprovviste di apertura con la chiave. Questo è il nuovo che avanza, il miraggio folle dell’elettrico a tutti i costi. La Jaguar che anticipato i tempi puntando tutto sui motori elettrici oggi ritira tutti i Suv I-Pace per pericolo di incendio e sconsiglia di parcheggiarli nei garage. I veicoli elettrici sembrano molto più pericolosi di quelli a gas e benzina. Non dovrebbe essere proibito parcheggiarli in qualsiasi garage e dovrebbero avere parcheggi separati dagli altri autoveicoli, magari con la scritta: “Attenzione pericolo di incendio!”? …

Infatti come vediamo nei video, le auto le elettriche non solo prendono fuoco, ma esplodono, domare gli incendi è difficilissimo e una volta spenti possono riprendere fuoco nei successivi 14 giorni. Poi c’è il problema dei campi elettromagnetici che si sviluppano all’interno della vettura specialmente in accelerazione e frenata che sembrerebbero superare abbondantemente i limiti di sicurezza dell’Oms (È noto che in questo ambito i limiti sono relativamente elevati. Ad esempio, il limite fissato dalla legge supera di 300 volte (!!) il valore raccomandato dall’OMS per evitare un aumento del rischio di cancro).

Elettrico non significa green

Devastazione della natura, violazione costante degli standard minimi di dignità dei lavoratori, condizioni igieniche spaventose, oppressione costante: questo è il lato oscuro del mondo a «emissioni zero» che attivisti e commentatori continuano a ignorare. Intanto, con la scusa di inquinare meno si continua a sfruttare di più.

La compagnia mineraria svedese Boliden ha annunciato in questi giorni di aver sospeso le attività nella più grande miniera di zinco d’Europa (Tara, in Irlanda) e di voler licenziare i 650 lavoratori entro il prossimo mese, a causa di «perdite finanziarie insostenibili».

Passiamo poi alle disgustose provocazioni del mese del Pride.