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Sciopero generale, croci bianche e caschetti davanti alla Regione Lazio: “Basta morti sul lavoro”

Sciopero generale, croci bianche e caschetti davanti alla Regione Lazio:
un momento del presidio - immagine profilo Facebook Uil Roma e Lazio

Croci bianche e caschetti davanti alla Regione Lazio per gridare “basta morti sul lavoro” e chiedere di mettere al centro delle politiche la salute e la sicurezza delle persone.

Nel giorno dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil, oggi a Roma la mobilitazione è partita all’interno del Deposito Atac di Grottarossa, dove si è tenuta una assemblea con i lavoratori, per proseguire sotto la sede della Regione.

Sciopero generale, croci bianche e caschetti davanti alla Regione Lazio: “Basta morti sul lavoro”

Dal palco davanti alla sede regionale, Carmelo Prestileo della Uil del Lazio ha ripetuto più volte la richiesta di una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro chiedendo ai presenti di urlare insieme: “Basta morti sul lavoro”.

Prestileo (Uil Roma e Lazio): “11 morti nel primo bimestre del 2024, tragedia che non possiamo tollerare”

“Siamo in piazza – ha detto Prestileo – per ricordare i nostri amici lavoratori che hanno perso la vita, 89 morti sul lavoro nel Lazio nel 2023 sono tanti, sono veramente troppi. E gli undici morti nel primo bimestre del 2024 ci parlano di una tragedia che non possiamo tollerare.

“Dietro ai numeri ci sono le persone, vite spezzate di donne uomini figli. Siamo in piazza per smuovere le coscienze, perché è un tema di legalità. Vogliamo un nuovo modello di sviluppo: basta con il profitto e la velocità. E’ quella che uccide, è quella che costringe migliaia e migliaia di lavoratori a dover sbarcare il lunario solo per dare profitto alle aziende”.

Di Cola (Cgil): “In piazza contro la precarietà, per lo stato sociale e il rinnovo dei contratti”

“40 giorni fa eravamo sotto la prefettura di Roma dopo la strage di Esselunga, oggi scioperiamo di nuovo dopo un’altra strage” ha detto nell’intervento conclusivo Natale Di Cola segretario generale Cgil Roma e Lazio riferendosi alla tragedia avvenuta alla centrale idroelettrica di Suviana.

“Sono troppi i morti – ha aggiunto Di Cola – troppi i provvedimenti sbagliati: assenti i provvedimenti della politica. Sono vent’anni che la politica il governo e le istituzioni permettono ai lavoratori di morire. Non basta applicare i contratti, non basta mettere le stesse regole nel pubblico e nel privato. Bisogna cambiare modello d’impresa”. Di Cola ha spiegato inoltre che i sindacati sono in piazza “contro la precarietà, per lo stato sociale e il rinnovo dei contratti. Queste sono le precondizioni per la salute dei lavoratori.