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Mariano Amici e l’inefficacia dei vaccini anti Covid: a distanza di anni i costituzionalisti gli danno ragione

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Il vaccino non è efficace per la prevenzione del contagio da Covid-19: un aspetto che è stato “assunto dai tribunali come un fatto notorio”. Lo afferma l’Associazione Italiana Costituzionalisti, con un documento a firma di Carlo Iannello, professore associato di Diritto costituzionale nell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.

Un documento che, in sintesi, condanna 3 anni di gestione dell’emergenza sanitaria da parte delle istituzioni. Non c’era ragione, allora, di imporre un obbligo vaccinale, mettendo da parte un diritto costituzionale fondamentale come l’autodeterminazione terapeutica. E questo perché è stato assunto che i vaccini mRNA non proteggono dal contagio, ma solo dalla malattia grave.

Mariano Amici lo diceva 3 anni fa

A dire tutto questo, però, era già stato ben 3 anni fa Mariano Amici, il medico di Ardea (RM). Lo ha evidenziato Radio Radio, durante il format “Un giorno speciale”, ricordando un episodio risalente al 31 gennaio 2021, quando Matteo Bassetti si trovò a scontrarsi in tv con il medico.

In quella occasione, Mariano Amici cercò di affermare ciò che oggi dicono anche i costituzionalisti: che il vaccino non protegge dal contagio e dalla malattia, invitando a fare riferimento a un’ampia letteratura scientifica, oltre che al bugiardino dei vaccini, per dargli ragione. Il medico venne messo praticamente a tacere, e Matteo Bassetti si disse addirittura dispiaciuto che Amici “si ritenesse un suo collega”.

La critica di Mariano Amici a Matteo Bassetti

L’appello di Mariano Amici rimase inascoltato con tutte le conseguenze ben note, dalle sospensioni dei lavoratori non vaccinati fino a tutti i divieti di ingresso nei luoghi pubblici, che con il senno di poi, forse, si sarebbero potute evitare.

Mariano Amici, inoltre, ha sottolineato in più occasioni come la posizione di Matteo Bassetti sui vaccini fosse cambiata nel tempo. Uno strumento che sarebbe stato prima indicato per la protezione dal contagio, per poi diventare soluzione per la malattia in senso lato e infine per la patologia nella sua forma grave.

Il documento del professor Carlo Iannello

Ma il punto è proprio questo: se un medicinale protegge soltanto dalla forma grave della malattia, allora lo Stato non può ledere il diritto del cittadino di scegliere in autonomia come curarsi, e non può imporre il vaccino. Oggi, oltre a Mariano Amici, lo dicono anche i costituzionalisti.

“In assenza di un tale beneficio per la collettività non si giustifica la compressione dell’autodeterminazione terapeutica” si legge nel documento che sottolinea come questo sia un diritto costituzionale fondamentale.

“La tutela dalle forme gravi della malattia non può integrare un obiettivo costituzionalmente legittimo per imporre un obbligo di trattamento, in quanto non integra una politica di tutela diretta della salute dei terzi, la sola che legittima l’obbligo” spiega Iannello.