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Matteo Messina Denaro è morto: l’epopea del padrino della mafia dall’ascesa alla latitanza fino alla malattia e l’arresto

messina denaro-radioroma.it
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Matteo Messina Denaro, il boss mafioso che ha terrorizzato l’Italia per decenni, è morto questa notte all’età di 61 anni nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. La notizia della sua morte segna la fine di una lunga era criminale e mette fine a una delle latitanze più lunghe nella storia della criminalità italiana.

Matteo Messina Denaro morto di cancro

Matteo Messina Denaro arrestato

Matteo Messina Denaro è stato arrestato il 16 gennaio scorso dopo 30 anni di latitanza. Il boss mafioso è morto dopo una battaglia di tre anni contro il cancro al colon, che ha messo fine a una vita segnata dalla violenza e dalla criminalità organizzata.
Le condizioni di salute di Messina Denaro si erano deteriorate notevolmente negli ultimi anni. Dopo quattro operazioni chirurgiche e numerosi cicli di chemioterapia a partire dal 2020, i medici dell’ospedale dell’Aquila avevano valutato la sua situazione come estremamente grave.

Inizialmente, Messina Denaro era stato sottoposto alle cure mediche direttamente in carcere, dove era stata allestita una cella con infermeria per lui. Dopo l’ultimo intervento, la sua condizione era diventata così critica che è stato trattenuto in ospedale, dove è rimasto fino alla sua morte.

Nonostante la gravità della sua situazione, Matteo Messina Denaro aveva rifiutato l’accanimento terapeutico nel suo testamento biologico. In base alle sue volontà, gli è stata interrotta l’alimentazione nei giorni scorsi, e venerdì è stato dichiarato in coma irreversibile.

Matteo Messina Denaro non si è mai pentito

La figura di Matteo Messina Denaro è stata oscura e pericolosa per l’Italia per molti anni. È stato riconosciuto come uno dei mandanti delle stragi di Capaci e di via d’Amelio, nonché delle bombe esplose a Firenze, Roma e Milano. Inoltre, è stato condannato all’ergastolo per il sequestro e l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, un tragico evento che ha scioccato l’opinione pubblica italiana.

La latitanza di Messina Denaro ha inizio nell’estate del 1993. Le indagini sulla sua posizione sono rimaste per anni senza esito, e la sua ultima traccia era stata individuata in Versilia, dove era stato in vacanza con i fratelli Graviano, boss di Brancaccio. La sua ultima foto segnaletica risale agli anni ’80, e da allora, la sua identità è stata ricostruita solo attraverso identikit e immagini elaborate al computer.

Durante gli interrogatori che hanno seguito il suo arresto, Matteo Messina Denaro ha negato categoricamente di far parte di Cosa Nostra e di essere coinvolto nelle stragi e nei crimini di cui era accusato.