Home NOTIZIE ATTUALITÀ Scarlattina, aumentano i casi nella Capitale. Cosa fare?

Scarlattina, aumentano i casi nella Capitale. Cosa fare?

Una circolare del ministero della salute inviata agli istituti lancia l’allarme per lo streptococco beta-emolitico del Gruppo A, un batterio che causa la scarlattina.

I casi di scarlattina a Roma sono saliti del 30% secondo quanto dicono i pediatri. Nelle scuole si sta avanzando la richiesta di effettuare un tampone di controllo.

“Non è più come un tempo in cui si considerava che le malattie infettive fossero trascurabili o addirittura sparite – afferma Walter Ricciardi, ordinario di Igiene presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – oggi stanno ritornando in maniera fortissima e importante e, purtroppo, abbiamo sempre meno strumenti per combatterle perché l’antimicrobico resistenza significa che per molte di queste malattie ormai non abbiamo più strumenti terapeutici”.

Per quanto riguarda le precauzioni, è “straordinariamente importante la vaccinazione, quando ci sono i vaccini per prevenire queste malattie ed è molto importante l’organizzazione degli ospedali e delle strutture assistenziali per prevenire le infezioni”.

Anche Alberto Villani, direttore del dipartimento di emergenza, accettazione e pediatria generale dell’ospedale Bambino Gesù, ha detto alla Dire che “sicuramente c’è un aumento di casi di positività allo streptococco Beta Emolitico di gruppo A”.

Come ci si deve comportare?

“Se un bambino ha dei sintomi, che sono in genere una faringotonsillite febbrile, cioè avere la tonsillite, le placche, la febbre e magari anche delle macchie sulla cute, allora è giusto fare il tampone su consiglio del pediatra – ha detto Villani – Se il tampone venisse positivo si somministra un antibiotico”.

Quando va eseguito un tampone? “Nel caso ci siano dei sintomi che giustifichino la sua effettuazione. Avere la positività di un tampone in un bambino che non ha sintomi non è invece meritevole di attenzione – ha detto ancora Villani – e senz’altro non deve essere praticata nessuna terapia”.

(S)