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Emergenza abitativa, Monterotondo e il caso degli sfratti: Guido Lanciano a Non solo Roma

Monterotondo, 90 nuclei familiari sotto sfratto: si cerca una quadra tra Ater e Regione

Ospite in collegamento Guido Lanciano, segretario “Unione Inquilini Roma

L’emergenza abitativa continua ad imperversare a Roma, ora la questione verte su Monterotondo. Partiamo dall’inizio: per mesi la questione delle famiglie sotto sfratto a Monterotondo (inquiline di appartamenti affittati al Comune di Roma a partire da metà degli anni ’70) è stata gestita dall’assessorato al patrimonio e da alcuni esponenti della maggioranza capitolina. Adesso il caso è nelle mani della destra che governa la Regione Lazio: nell’ultima commissione politiche abitative, guidata da Laura Corrotti, Tobia Zevi (attuale assessore al patrimonio) è stato espressamente messo all’angolo: “Compri le case, gliele gestiamo noi“.

Sono 90 i nuclei familiari che vivono su via Salaria a Monterotondo, in case costruite con fondi pubblici statali poi passate ai privati; ora sono sotto sfratto perché la proprietà è fallita e il curatore le ha messe all’asta. Vivono lì da metà anni ’70 e sono affittuari del Comune. Da venti anni, però, il Comune è diventato “occupante” con la proprietà e paga un’indennità, quasi 700mila euro l’anno.

E arriviamo ad oggi: il tribunale ha stabilito la messa all’asta degli immobili (tra l’altro, tre sono stati già venduti) e le famiglie si trovano così davanti all’obbligo di andare altrove. Tra loro ci sono anche anziani e disabili.

La situazione al momento è di 87 appartamenti esistenti, 25 che potrebbero essere acquistati dagli inquilini, altri 15 si sono detti disposti a trasferirsi in un alloggio popolare a Roma (con Ater che ha dato disponibilità per una decina di alloggi). E poi ce ne sarebbero una quarantina che, per vari motivi, non possono e non vogliono spostarsi. Parliamo di anziani che da cinquant’anni vivono a Monterotondo, hanno figli e nipoti a pochi chilometri di distanza e hanno vissuto praticamente sempre qui.

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