Tossicità nanotecnologie adiuvanti vaccini mRNA (Con Gabriele Segalla e Roberto Martina, 26/03/2024)

 

 

Torniamo a parlare della tossicità delle nanotecnologie utilizzate anche come adiuvanti nei vaccini a mRNA.

Dopo la prima puntata dedicata ai precedenti due studi del dott. Gabriele Segalla, Dottore in Chimica Pura (Chimica Organico – Biologica), specialista in Chimica delle micro-emulsioni e dei sistemi colloidali, CEO & Chief Scientist di Multichem R&D Italy, oggi ci occupiamo del recentissimo nuovo studio.

Nella puntata precedente avevamo visto come la tossicità dei nano materiali lipidici dei vaccini covid a mRNA è stata dimostrata in uno studio intitolato: “Citotossicità Apparente e Citotossicità Intrinseca dei Nanomateriali Lipidici Contenuti in un Vaccino a mRNA COVID-19”, pubblicato dalla rivista scientifica americana International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research.

In particolare gli eccipienti ALC-0315 e ALC-0159 (utilizzati anche come adiuvanti) sono classificati dall’EMA come nuovi eccipienti, mai utilizzati in precedenza in un medicinale in Europa e non registrati nella farmacopea dell’UE (EMA/707383, pag. 23).

Ciononostante, l’EMA, nel suo rapporto di valutazione del 19 febbraio 2021, sorprendentemente afferma:

Non sono stati condotti studi di genotossicità o cancerogenicità. I componenti della formulazione del vaccino sono lipidi e RNA che non dovrebbero avere un potenziale genotossico. (EMA/707383, 2021, p. 55)

Secondo le linee guida, non sono stati eseguiti studi di genotossicità o cancerogenicità. Non si prevede che i componenti del vaccino (lipidi e mRNA) abbiano un potenziale genotossico. Ciò è ritenuto accettabile per il CHMP. 1 (EMA/707383, 2021, p. 56).

Lo studio è stato effettuato dal dott. Gabriele Segalla, Dottore in Chimica Pura (Chimica Organico – Biologica), specialista in Chimica delle micro-emulsioni e dei sistemi colloidali, CEO & Chief Scientist di Multichem R&D Italy.

Interviene anche l’avv. Roberto Martina di ALI – Avvocati Liberi, che collabora con il dott. Segalla, i cui studi sono citati in diverse querele depositate da ALI, che chiede a gran voce il ritiro di questi farmaci sperimentali difettosi e pericolosi.

Come se non bastassero i danni procurati dalla tossicità della proteina Spike, dagli studi di Segalla emergono prepotentemente i danni causati dai nanomateriali utilizzati anche come adiuvanti, che grazie alle loro dimensioni piccolissime riescono ad arrivare dappertutto, superando perfino la barriera emato-encefalica. (L’articolo prosegue dopo l’immagine),

Studio di Gabriele Segalla sui componenti dei vaccini Covid a mRNA
Studio di Gabriele Segalla sui componenti dei vaccini Covid a mRNA

Il nuovo studio sulla tossicità dei nanomateriali adiuvanti

Scrive ALI: Il nuovo studio del chimico Gabriele Segalla già perito di parte dei denuncianti e degli avvocati di ALI nel procedimento penale n. 7/2023 pendente davanti al Tribunale dei Ministri di Roma contro Magrini e Speranza, è stato pubblicato in peer-review sulla rivista scientifica americana International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research (IJVTPR), con il titolo “Attività Adiuvante e Rischi Tossicologici delle Nanoparticelle Lipidiche Contenute nei Vaccini a mRNA -COVID19”

In questa revisione, l’attenzione si concentra su alcuni dei principali problemi tossicologici e immunologici presentati da questi nanomateriali lipidici, con particolare attenzione agli LNP ionizzabili utilizzati da Pfizer/BioNTech.

Nuovo di Gabriele Segalla sulla tossicità dei nanomateriali adiuvanti
Nuovo di Gabriele Segalla sulla tossicità dei nanomateriali adiuvanti

Lo studioso italiano ha ritenuto necessario approfondire risalendo alle motivazioni che hanno determinato la decisione di Pfizer/BioNTech (prontamente accettata da EMA) di non effettuare gli studi di sicurezza farmacologica, cancerogenicità e genotossicità sulle nanoparticelle lipidiche contenute nel preparato sperimentale Comirnaty prima di testarlo sull’uomo.

Decisione che appariva, oltretutto, in palese contraddizione con le Linee Guida dell’OMS riguardanti, nella fattispecie, i vaccini contenenti nuovi adiuvanti.

Nel documento ufficiale sulla gestione dei rischi (il cosiddetto Risk Management Plan), prodotto da Pfizer/BioNTech e accettato da EMA, si può leggere la seguente sconcertante dichiarazione del fabbricante: “il vaccino non contiene un adiuvante” (Comirnaty, RMP, Oct 2023, pag. 112).

Dichiarazione questa, che, nello studio di Segalla, viene analizzata e smentita scientificamente, in grottesca contraddizione con quanto dichiarato persino dagli stessi scienziati della BioNTech, tra cui il premio Nobel 2023 Katalin Karikó, che, in autorevoli studi in peer-review, affermavano e dimostravano che una delle funzioni primarie delle nanoparticelle lipidiche ionizzabili era proprio quella “adiuvante”.

Si svela dunque un premeditato e lucroso raggiro, effettuato con la compiacenza delle autorità regolatorie, ai danni di milioni di soggetti usati come cavie.

Nella pubblicazione del Doc. Segalla si legge: “È probabile che le modificazioni di questi RNA siano in parte, forse interamente, responsabili dei coaguli innaturali trovati in soggetti, vivi e morti, cui erano stati somministrati questi prodotti iniettabili sperimentali, e che tali prodotti stiano aumentando la mortalità-per-tutte-le-cause in tutto il mondo (Santiago, 2022a, 2022b; Santiago & Oller, 2023” (dall’abstract).

Quante vittime di effetti avversi avrebbero potuto essere risparmiate se quegli studi di sicurezza fossero stati effettuati prima dei test clinici?

Forse il tempo necessario ad effettuare i test di sicurezza sui nuovi adiuvanti non avrebbe permesso di correre alla “velocità della scienza”, rischiando un pericoloso ritardo dell’immissione sul mercato dei vaccini a mRNA e compromettendo irrimediabilmente una campagna vaccinale giustificata dall’urgenza?

O forse qualcuno già sapeva che quei test avrebbero rivelato criticità tali da “uccidere il vaccino” e far sfumare i contratti miliardari con BigPharma?

Ora che l’inganno è stato clamorosamente dimostrato (ed in assenza di studi e pubblicazioni in grado di dimostrare il contrario di quanto sostenuto da Segalla) rimaniamo in attesa delle determinazioni delle istituzioni governative, delle autorità regolatorie e della magistratura affinché, ognuno per quanto di competenza, adotti le ormai indifferibili decisioni affinché tutti i vaccini ad mRNA -LNP siano immediatamente rimossi dal mercato, vista la inaccettabile pericolosità immunologica e tossicologica per la salute umana dei nanomateriali ivi contenuti.

Nello studio, tra le altre cose, si legge:

Di norma non sono necessari studi di genotossicità per la formulazione finale del vaccino. Tuttavia, possono essere richiesti per particolari componenti del vaccino, come nuovi adiuvanti e additivi. Se necessario, i test in vitro per le mutazioni e il danno cromosomico devono essere eseguiti prima della prima esposizione umana. L’intera serie di test per la genotossicità può essere eseguita in parallelo con le sperimentazioni cliniche. Gli studi di cancerogenicità non sono necessari per gli antigeni dei vaccini. Tuttavia, possono essere richiesti per particolari componenti del vaccino, come nuovi adiuvanti e additivi.

Ciononostante, il rapporto di valutazione dell’EMA su Comirnaty del 19 febbraio 2021, a pagina 55, afferma (imprudentemente, come vedremo in seguito) che non esistono dati tossicologici sui soli LNP o sui suoi nuovi eccipienti (ALC-0315 e ALC-0159), che in ogni caso non sono da considerarsi “sostanze adiuvanti” di per sé.

Restano diverse domande, la più pressante è perché le case farmaceutiche hanno omesso l’utilizzo dei nanomateriali come adiuvanti e perché le autorità di controllo non hanno richiesto studi su queste nanoparticelle lipidiche che svolgono anche funzione di adiuvanti?



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