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Roma, risarcimento da 1 milione non gli basta e minaccia di dare fuoco allo studio dell’avvocato

Roma, risarcimento da 1 milione non gli basta e minaccia di dare fuoco allo studio dell’avvocato
stalking - immagine di repertorio

Stalking all’avvocato alle porte di Roma. Un risarcimento danni per quasi un milione di euro non gli bastava. Sono quindi iniziate le telefonate a raffica all’avvocato, messaggi Whatsapp e le visite allo studio legale. Fino ad arrivare a portare una tanica di benzina minacciando di dare fuoco all’ufficio.

Per il responsabile un 40enne della provincia di Roma è stato disposto il divieto di avvicinamento a una distanza non inferiore a 500 metri dai luoghi abitualmente frequentati dal suo avvocato, vittima di stalking.

Roma, risarcimento da 1 milione non gli basta e minaccia di dare fuoco allo studio dell’avvocato

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori del commissariato di “Tivoli-Guidonia”, circa 10 anni fa l’uomo si era rivolto al legale per intentare una pratica risarcitoria per un incidente stradale. In conclusione gli era stata accordata una liquidazione del danno pari a poco meno di un milione di euro.

Telefonate a raffica e continue visite all’ufficio legale

Non ritenendosi soddisfatto, l’uomo avrebbe iniziato ad assumere delle condotte persecutorie con toni farneticanti e deliranti, tempestando l’avvocato di telefonate e messaggi su Whatsapp, anche in orari notturni.

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Si sarebbe inoltre presentato in continuazione presso il suo studio, ponendo in una condizione di inquietudine e preoccupazione anche collaboratori e dipendenti della vittima, nel fondato timore per la loro sicurezza e incolumità.

La tanica di benzina sulla scrivania

In un’occasione aveva lasciato sul tavolo dello studio le proprie medicine, in un’altra una tanica di benzina minacciando di dare fuoco allo studio. In più occasioni l’uomo avrebbe anche pedinato e avvicinato l’avvocato presso gli Uffici Giudiziari del Tribunale di Roma. Costringendo il legale a chiedere l’intervento dei carabinieri per allontanarlo.

Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Tivoli ha disposto inoltre l’applicazione del “braccialetto elettronico”, che è stato tuttavia rifiutato dall’indagato. E’ stata pertanto aggravata la misura cautelare con l’applicazione anche del divieto di dimora nel Comune di Tivoli.