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Roma, “mi faccio carcera’ ma ti ammazzo”: divieto di avvicinamento per ex compagno

Roma,
immagine di repertorio - sito web Questura di Roma

“Mi faccio carcera’, ma ti ammazzo”. Presa a calci e pugni e minacciata di morte dall’ex compagno alle porte di Roma. Aggressioni continue anche sul posto di lavoro fin dal 2022: una escalation di violenze tra insulti, atti persecutori e minacce di morte anche con l’uso di un coltello.

Roma, “mi faccio carcerà, ma ti ammazzo”: divieto di avvicinamento per ex compagno

Per l’uomo un 50enne di residente a Guidonia Montecelio, che deve rispondere di maltrattamenti in famiglia, è scattato il divieto di avvicinamento a una distanza non inferiore a 1 km dai luoghi abitualmente frequentati dall’ex compagna.

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Dovrà stare lontano anche dall’abitazione dei genitori e della sorella della vittima e dalla scuola frequentata dai figli, ciò per il reato di maltrattamenti in famiglia subiti sin dal 2022.

Braccialetto elettronico

Non potrà inoltre comunicare, direttamente o indirettamente, con la vittima con qualsiasi mezzo, inclusi i mezzi telematici, informatici o telefonici. Per garantire una maggiore tutela della sua ex compagna è stata decisa per l’uomo, che annovera precedenti per reati contro il patrimonio e contro la persona, è stato anche applicato il “braccialetto elettronico”.

“Personalità prevaricatrice”

Esigenze cautelari che trovano fondamento, come scrive il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Tivoli che ha emesso il provvedimento, nella “…reiterazione delle condotte in danno dell’integrità psicofisica della persona offesa, che, con tutta evidenza, connotano la personalità dell’indagato come prevaricatrice e rivelatrice dell’incapacità di reprimere le pulsioni lesive dell’altrui integrità fisica e psicologica…”.

Le violenze: “Ti porto all’altare ma non per sposarti”

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Commissariato di “Tivoli-Guidonia” la donna era vittima di aggressioni sempre più frequenti anche sul posto di lavoro.

Morsi, calci, schiaffi, colpi in testa e tirate di capelli “…Finché non ti esce il sangue non ti ho massacrata…”, le avrebbe detto l’ex compagno. Violenze, ingiurie e atti persecutori con minacce di morte come “…io ti porterò all’altare non sposandoti, ma nell’altro modo…” e ancora “…mi faccio carcera’, ma ti ammazzo…”.

La vittima aveva iniziato anche un percorso presso un Centro Antiviolenza poi interrotto: convinta dal compagno che le diceva che era normale che le coppie litigassero.

I precedenti

L’uomo è risultato non nuovo a simili condotte persecutorie, poste in essere anni prima, con analogo modus operandi, anche nei confronti di una precedente compagna. Peraltro, spiegano gli inquirenti a riprova della sua pericolosità, non ha esitato a perseverare nella sua condotta persecutoria nei confronti dell’ultima compagna sebbene sottoposto a un provvedimento di ammonimento irrogatogli dal Questore di Roma.