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Il focus su Civitavecchia con Francesco Baldini di “Civonline” a Non solo Roma

Porto crocieristico di Fiumicino, Scilipoti: «Contrari e assolutamente preoccupati»

Ospite in collegamento Francesco Baldini, redazione “Civonline

«Siamo assolutamente contrari e preoccupati». A smuovere le acque, all’indomani della commissione Giubileo che è tornata ad accendere i riflettori sul progetto, è stato il presidente della Compagnia portuale di Civitavecchia Patrizio Scilipoti, bocciando nettamente l’iniziativa imprenditoriale di Royal Caribbean per la realizzazione di un porto crocieristico a Fiumicino. Una contrarietà sotto tutti i punti di vista: a livello politico, ambientale ed economico. In sostanza non ci sarebbe neanche un motivo per dover portare avanti il progetto.

«Parliamoci chiaro – ha detto Scilipoti – Fiumicino vive già di aeroporto: realizzare quello che sarebbe il primo porto privato in Italia sarebbe il primo tassello della morte del pubblico. I porti, quelli normati dalla legge 84/94, sono pubblici e hanno banchine pubbliche, pagate con i soldi delle tasse pagate dai cittadini o quelli dell’Europa. Qui parliamo di uno scalo che conterebbe su fondi esclusivamente privati».

Questo, secondo il presidente dei camalli, significherebbe non poter garantire alcun controllo e non poter intervenire per dirimere eventuali problemi, anche dal punto di vista occupazionale. C’è poi l’aspetto legato alla concorrenza per Civitavecchia, «che è e deve rimanere il primo porto crocieristico del Mediterraneo, o comunque dell’Italia», con Fiumicino che tra l’altro è uno dei tre scali del network portuale laziale e con la stessa Royal Caribbean all’interno di Rct, la società che gestisce le crociere a Civitavecchia.

«Per il settore, a livello locale, sarebbe deleterio – ha aggiunto Scilipoti – e, se portato avanti, potrebbe rappresentare l’inizio di possibili nuove criticità in una città già alle prese con gravi problemi occupazionali, dove il porto riveste un ruolo importante in termini di risposte».

Insomma, secondo il presidente della Cpc un porto «interamente pubblico e commerciale c’è ed è a Civitavecchia. Se si vuole investire – ha aggiunto – lo si faccia sulle infrastrutture o sul retroporto. Se Traiano ha scelto Civitavecchia per costruire lo scalo, ci sarà stato un motivo? Ci sono fondali, non c’è bisogno di dragare e oggi possiamo contare su banchine attrezzate e distanze che a Fiumicino non sarebbe possibile garantire». I camalli invitano a mantenere alta la guardia.

«Siamo in contatto con la Regione, e in particolare con Daniele Leodori e Michela Califano, quest’ultima consigliere del territorio di Fiumicino. C’è da evidenziare un aspetto – ha concluso Scilipoti – la mancata presa di posizione del sindaco Gualtieri su questo progetto. Gualtieri che non è mai venuto a visitare Civitavecchia, porto di Roma, e non ha mai avuto una interlocuzione con l’Adsp». L’invito quindi è a confermare la contrarietà a quello che sarebbe un unicum a livello nazionale e che, se andasse davvero in porto, aprirebbe la strada a scenari non confortanti, a detta del numero uno della Compagnia portuale.

Housing first, Fiadel: «Su via Giusti serve un passo indietro»

Il coordinamento provinciale Roma nord della Fiadel interviene sul caso di via Giusti invitando il Comune a fare un ulteriore passo indietro. Si torna a parlare dell’argomento che sta tenendo banco nelle ultime settimane ovvero la realizzazione di un centro “Housing first” e Stazione di posta nei locali comunali dello stabile.

Si tratta di un progetto che inizialmente prevedeva oltre 40 posti mensa e 11 posti letto per senza fissa dimora e ora ridimensionato dopo le proteste di commercianti e residenti di Corso Marco. Al momento sono previsti un centro servizi, con un punto di primo soccorso, e 8 posti letto per l’emergenza abitativa.

«Riteniamo – spiegano dal sindacato – che l’amministrazione debba fare un passo indietro per tre motivi. Il primo riguarda il fatto che nell’edificio di via Giusti siano collocate associazioni e realtà importanti che, negli anni, hanno trasformato l’area in un punto di riferimento. Pensiamo ad esempio al Codacons, associazione da sempre impegnata nella difesa dei consumatori. Civitavecchia – tuonano dal coordinamento – sente la necessità che lo sportello rimanga in quella zona centrale che ormai è area di servizi per i cittadini”.

“C’è anche l’Associazione nazionale Polizia di Stato che potremmo definire una realtà di Protezione civile, visto che viene spesso impegnata in manifestazioni e quant’altro, e che necessita di una centralità per un miglior raccordo con le istituzioni. C’è poi l’università eCampus nata dalla proposta del consigliere metropolitano Antonio Giammusso che ha visto un boom di iscrizioni da parte dei cittadini, al punto che la stessa università ha chiesto un ampliamento dei locali per aumentare l’offerta formativa, offerta di cui la città ha un grande bisogno per andare incontro alle sfide del phase out dal carbone consentendo di formare lavoratori e cittadini”.

Il secondo motivo, invece, riguarda la lontananza «dall’ospedale San Paolo. Se dovesse succedere qualcosa nel punto di primo soccorso come sarebbe possibile garantire tempestività di intervento così lontani dal nosocomio cittadino? Ci vogliono locali più idonei dal punto di vista logistico» e questo ci porta al terzo punto ovvero «la sicurezza della struttura e delle persone – concludono dalla Fiadel -, va identificata una struttura diversa». Intanto oggi al Pincio è prevista una nuova riunione tra il sindaco Ernesto Tedesco, l’assessore ai Lavori pubblici Daniele Perello, quello ai Servizi sociali Deborah Zacchei, rappresentanti di Confcommercio, commercianti e residenti per fornire osservazioni e spunti per eventuali aggiunge al progetto.

Radioterapia, il Pd: «Sul progetto è sceso un silenzio preoccupante»

«Un preoccupante silenzio è sceso sul progetto della Radioterapia all’ospedale San Paolo di Civitavecchia».

Inizia così una nota del gruppo consiliare del Partito democratico cittadino che riporta l’attenzione sul progetto si cui molto si è parlato negli scorsi mesi e poi più nulla con gli ultimi aggiornamenti arrivati a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno (2024) proprio dal Direttore generale della Asl Roma 4 Cristina Matranga nel corso di una intervista sui canali social di Civonline. Mancherebbe ancora l’ok del Ministero al progetto, tempi lunghi e burocrazia stagnante e a farne le spese sono tutti quei cittadini vittime del “pendolarismo delle cure” in un momento drammatico e provante della loro vita.

Ne avevamo parlato anche qui: Puntata del 2 Gennaio

“Un progetto – continuano i dem –, ideato dall’allora direttore generale Giuseppe Quintavalle ed approvato dalla precedente amministrazione regionale di centro sinistra guidata dal presidente Zingaretti, che veniva incontro alle esigenze dei pazienti oncologici costretti ad un intollerabile pendolarismo verso le strutture sanitarie romane con conseguenti disagi sia fisici che psicologici”.

“A tutt’oggi, nonostante l’impegno dell’attuale direzione della Asl, nulla è dato sapere della sorte di quel progetto e dei relativi finanziamenti finiti nelle morte gore del ministero dell’economia e finanza del governo di centro-destra che sta distruggendo il sistema sanitario italiano”.

“Nulla importa delle sofferenze e delle speranze dei tanti pazienti che attendono di poter essere assistiti e per i quali ogni giorno in più costituisce un peggioramento della loro qualità di vita a chi preferisce risparmiare piuttosto che investire nella salute dei cittadini. Per tali motivi – concludono dal gruppo consiliare dem – il PD chiederà ai propri rappresentanti in parlamento di presentare una interrogazione al fine di sollecitare una rapida approvazione del progetto della radioterapia dell’ospedale di Civitavecchia facendo presente che i tempi della salute non possono essere quelli della burocrazia”.