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Artigianato del Lazio in crisi: i dati esposti da Andrea Rotondo a Non solo Roma

Artigianato in crisi, chiuse 10mila imprese. Crescono però edilizia e servizi per la cura della persona

Ospite in collegamento Andrea Rotondo, Presidente di “Confartigianato Roma”

Non sono rassicuranti i dati di Confartigianato sul biennio 2022/2023 nel Lazio: 670 aziende sparite nella regione, l’Albo delle imprese artigiane scende dalle oltre centomila iscrizioni del 2012 (101.300) alle circa 90 mila attuali, con una perdita, dunque, di più di diecimila unità.

Sparite dunque 670 aziende in un anno: crollano, soprattutto, le imprese manifatturiere, dalla lavorazione del legno a quella del ferro fino a quella delle materie plastiche. Ma non in tutti i settori la situazione è uguale: si è infatti registrata una consistente crescita nell’edilizia, nei servizi per la cura della persona e nella produzione di software.

Vedi il servizio: Crisi dell’artigianato nel Lazio

La perdita più pesante nella manifattura, con un calo, nel 2023, di 250 imprese (-232 nel 2022): 132 unità perse nell’autoriparazione, 19 nel trasporto, 63 nella ristorazione artigiana, sette nelle attività di intrattenimento. In totale, a causa di quasi 1.400 cancellazioni d’ufficio che si vanno a sommare a quelle dell’anno, sono sparite 515 aziende manifatturiere, con un ulteriore calo rispetto all’anno precedente.

Il presidente di Confartigianato Roma, Andrea Rotondo, si augura che «vengano inglobate le aree produttive così dette spontanee (dove c’è produzione ma non sono riconosciute come tali), in accordo con Roma Capitale all’interno del Consorzio industriale regionale, in modo che si possano fare investimenti infrastrutturali e rilanciare così la produzione anche di questi artigiani. Oltre che, a livello comunale, si avvii un confronto sulle problematiche dell’artigianato alimentare».