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Roma, la lettera del liceo Tasso contro l’occupazione

E’ ancora scontro tra gli studenti del liceo Tasso, che lo scorso 4 dicembre hanno occupato l’istituto, e i vertici della scuola. Il preside e 32 insegnati, la metà del corpo docente, hanno scritto una lettera un cui denunciano la strumentalizzazione delle occupazioni, diventate a loro dire “triste, ripetitivo e vuoto a chi lo osservi senza pregiudizi ideologici”.

Liceo Tasso, la lettera

Nel mirino anche la decisione “presa nell’ambito dei collettivi politici da un manipolo di studenti che impone la scelta a tutti gli altri e nottetempo entra a scuola bloccando la didattica curricolare a vantaggio di lezioni tenute da ospiti più o meno famosi e corsi su fumetti, fotografia, burraco tenuti da sedicenti rivoluzionari”. Si legge ancora di una protesta scandita da “musica, balli, birra e spritz”.

La dura lettera dei vertici del liceo Tasso arriva dopo le parole del preside del liceo, Paolo Pedullà, che per gli studenti che hanno preso parte all’occupazione ha proposto “dieci giorni di sospensione, due dei quali con obbligo di frequenza. Cinque in condotta nel trimeste e attività socialmente utili nel pomeriggio”.
Proposta a cui ha fatto seguito la risposta degli studenti del liceo Tasso: “”Mentre le istituzioni si complimentano a vicenda per la tutela dell’ordine democratico, quanto detto e fatto da loro fino ad ora risulta estremamente autoritario”.

Hanno aggiunto ancora: “Ancor prima della nostra manifestazione di disagio e di dissenso, resa concreta attraverso cortei, occupazioni, proteste, eravamo pienamente consapevoli delle possibili conseguenze. Ma nessuna parola è stata spesa sulle nostre richieste”.

Intanto, gli studenti del Collettivo hanno scritto su Instagram: “Ciò che ha attirato l’attenzione della stampa, del ministero e dell’opinione pubblica non sono state le nostre richieste e il nostro dissenso, bensì il modo in cui è stato represso, non educativo ma punitivo”. E per venerdì annunciano un “sit-in silenzioso davanti alla scuola”.