Home NOTIZIE CRONACA Roma, circa 3mila persone vivono per strada: “Con il freddo situazione drammatica”

Roma, circa 3mila persone vivono per strada: “Con il freddo situazione drammatica”

Il Natale non porta solo buone notizie. Soprattutto per chi è costretto a vivere in strada. E non sono pochi: a Roma si contano cica 3mila senza fissa dimora, drammaticamente a rischio ora con l’arrivo del freddo. A dirlo – intervistato dall’Adnkronos – è Augusto D’Angelo, tra i responsabili, per la Comunità di Sant’Egidio, del servizio ‘senza fissa dimora’ nella Capitale.

Roma, 8mila persone senza una casa

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A Roma circa 3mila persone vivono per strada e, con l’arrivo del freddo, la situazione si fa drammatica per molti di loro”, afferma Augusto D’Angelo. “Le persone che non hanno una casa sono circa 8mila. Di questi, 5mila sono divisi tra chi è accolto in strutture del comune o grandi reti, come appunto Sant’Egidio, la Caritas, le parrocchie etc. Il restante, circa 2mila e 500 persone, vivono in alloggi impropri, come vecchie fabbriche abbandonate e baracche. Ed è chiaro che questo, per loro, è un momento particolarmente critico. Con l’abbassamento delle temperature chi vive per strada sta affrontando molto difficoltà”.

Con l’arrivo del grande freddo, sono raddoppiate le ronde della comunità di Sant’Egidio: “Siamo visitando queste persone molto più spesso, portando coperte e indumenti pesanti. Stiamo cercando di intervenire in modo da poter strappare le persone più fragili dal freddo. Negli ultimi anni, Sant’Egidio ha aperto in maniera un po’ diffusa sul territorio diverse strutture tra cui anche due chiese, una è quella del buon pastore sul lungo Tevere e l’altra è quella di San Callisto a Trastevere. In questo modo, negli ultimi tre anni abbiamo tolto dalla strada circa 300 persone”.

Conclude D’Angelo, ricordando quanto lavoro c’è ancora da fare: “Nonostante abbiamo rafforzato anche le ronde serali distribuendo cibi e bevande calde, in un momento come questo, in cui il freddo si fa sempre più insistente, l’attenzione di ogni cittadino – nei confronti di chi è bisognoso e vive per strada – diventa determinante, sia per segnalare la situazione alla sala operativa sociale del comune, sia come intervento personale: a volte regalare una coperta, fermarsi a portare un tè caldo può essere qualcosa che contribuisce a salvare una vita”, conclude D’Angelo.