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Stato criminale: un’analisi criminologica della gestione politica del Covid – Puntata di mercoledì 22 novembre 2023

Stato criminale? Il dubbio che viene è questo: lo Stato italiano, o meglio i vertici politici, hanno molto probabilmente commesso crimini gravissimi nella gestione del Covid-19. Su Camelot, una Tavola rotonda per la Verità, abbiamo ripercorso la storia delle folli e insensate restrizioni e dato voce a chi ha fatto un’analisi criminale della gestione, dati statistici e scientifici alla mano. Ma andiamo per ordine.

Dicembre 2019 iniziano a circolare le prime notizie di un misterioso virus diffusosi nella città di Wuhan, in Cina.
Le autorità cinesi chiudono in lockdown lintera provincia di Wuhan, una delle aree più industrializzate del Paese. In Europa se ne parla, anche se le notizie che arrivano dalla Cina sono poche e frammentate. Nessuno, comunque, sembra preoccuparsi.

Da “abbraccia un cinese a “chiudiamo l’Italia”

In Italia politici nostrani lanciano anche la campagna: “abbraccia un cinese” e si fanno fotografare mentre mangiano involtini primavera.
Gli esperti invitati nei salotti televisivi sono certi: “Il virus da noi non c’è”. Ironia della sorte quelli che rassicuravano prima, diventeranno dopo i più allarmisti e più strenui sostenitori del vaccino come unica soluzione.

A un certo punto si verifica un ribaltamento della narrazione. Da nessun panico a chiudiamo l’Italia. Il governo Conte parte con la chiusura di comuni in Lombardia e poi in Veneto.

Presto il lockdown si estenderà interamente alle due regioni più industrializzate e maggiormente produttive del Paese, proprio come avvenuto in Cina. In poco tempo le chiusure forzose colpiranno tutto lo Stivale.

Da lì sarà un susseguirsi di dpcm, i decreti del presidente del Consiglio dei ministri, annunciati a ritmo vorticosi (uno ogni tre giorni), in diretta tv e in prima serata da Giuseppe Conte.

Lo slogan propagandato a reti unificate diventa: “andrà tutto bene”.

Le norme insensate e dannose: un ripasso

Il campionario delle norme insensate sarà variegato e chissà come lo giudicherà la storia. Viene istituito un coprifuoco: divieto di circolazione in determinate fasce orarie, in particolare la sera e la notte. Autocertificazione del proprio stato di salute per spostarsi da un luogo ad un altro.

Divisione dell’Italia in zone a colori dal bianco al rosso a seconda della curva epidemiologica. Si potrà prendere il caffè seduti al tavolino, ma non al banco.

I ristoratori dovranno ridurre i coperti e installare inutili pannelli divisori in plexiglass.

A un certo punto diventerà vietato spostarsi da una provincia ad un’altra. In alcuni casi queste norme produrranno effetti paradossali e ridicoli. Chi abita in una città confinante con un’altra regione o provincia non potrà recarsi in un centro abitato confinante e distante pochi chilometri, mentre magari potrà fare molti chilometri per spostarsi nella stessa provincia.

Ridicolaggini che hanno, però, procurato sofferenze psicologiche ed economiche. Molti imprenditori o commercianti non sono più riusciti a far ripartire le loro attività e sono stati costretti alla chiusura definitiva.

Un’analisi criminologica della gestione Covid

C’è chi ha fatto un’analisi criminologica della gestione politica dell’emergenza sanitaria. Il criminologo forense Umberto Mendola ha scritto un libro che si intitola “Status criminale”.
L’indagine è arricchita dai contributi di un ingegnere che ha analizzato i dati sulla mortalità da vaccino, Giovanni Trambusti; da un avvocato, Antonietta Veneziano, che ha presentato in Tribunali denunce a seguito delle morti improvvise e da un biochimico, Gabriele Segalla che ha studiato i componenti dei vaccini dichiarati dalle case farmaceutiche.

Dalle indagini statistiche di Giovanni Trambusti emerge che “le restrizioni, lockdown in particolare, non sono servite a nulla e anzi sono state criminali”.

L’esempio della Svezia: meno morti senza lockdown

L’esempio evidente è quello della Svezia, un Paese che non ha adottato chiusure e ha avuto una curva epidemiologica analoga a quella italiana e meno morti per Covid. La curva delle persone decedute per Covid, in Svezia, ha avuto meno picchi rispetto all’Italia e si è poi ridotta naturalmente, allo stesso modo del nostro Paese. “Noi, però, abbiamo adottato chiusure e restrizioni che hanno causato crisi economica e problemi di accesso negli ospedali per altre patologie”.

Mascherine inutili? Lo dicono i dati

Quanto alle mascherine, anche questo presidio è stato completamente inutile. Lo dimostra un dato statistico, analizzato dall’ingegnere Trambusti. “Due Stati americani confinanti, il Nord Dakota e il Sud Dakota, hanno attuato politiche diverse sulle mascherine: il Nord Dakota l’ha imposta come obbligatoria e il Sud Dakota no. Ebbene, dai dati, è emerso che i casi Covid sono stati quasi identici. L’imposizione della mascherina è stata un’imposizione antipatica, ma inutile”.

Vaccini: i lotti killer

Tra le diverse analisi contenute nel libro Status criminale c’è anche quella sui lotti killer dei vaccini. Secondo i dati grezzi del VAERS (il database sugli effetti avversi degli Stati Uniti) si evince che nel 22% sono stati segnalati il 90% dei morti e nel 5% dei lotti, il 50% dei morti. È evidente che in pochi lotti si concentra tutto e che ci sono stati lotti killer”.

Dalla lettura di Status criminale si evince che, purtroppo, non è andato tutto bene.