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Il governo Meloni e la norma ammazza – Ita (Parte 2)

Il governo Meloni e la norma ammazza – Ita, questo il titolo della conferenza stampa che si è svolta lunedì 9 ottobre alle ore 15.00 nella sala Nassirya Palazzo Madama, il sottotitolo è: “Pensava fosse un’interpretazione autentica, invece era un boomerang”.

La conferenza Stampa

Il Governo, “tenuto conto che è sorto un contrasto giurisprudenziale” e cioè che la magistratura dava ragione ai lavoratori e torto al governo, ha emesso con l’art. 6 D.L. 131 del 29 settembre una norma d’interpretazione autentica con la quale viola le prerogative del Parlamento, quelle della Magistratura e dell’Europa nonché la Carta Europea dei diritti dell’uomo.

Gli studi legali che difendono i dipendenti del Gruppo Alitalia Sai e Cityliner in AS hanno convocato una conferenza stampa per illustrare perché questa norma sia inapplicabile ma anche perchè la sua eventuale applicazione sarebbe un disastro per tutti, a partire da tutti gli attori che hanno avallato le modalità di questa operazione effettuata rivendicando “il mercato” ma non certo a prezzi di mercato.

Alla conferenza stampa già organizzata per LUNEDÌ 9 OTTOBRE ORE 15 ALLA SALA NASSIRYA DENTRO IL SENATO A PALAZZO MADAMA parteciperanno gli avvocati:

Andrea Bordone, Massimiliano Bezzi, Riccardo Bucci, Gianluca Caputo, Danilo Conte, Riccardo Faranda, Sergio Galleano, Carlo Guglielmi, Giuseppe Marziale, Pier Luigi Panici, Alessandro Rizzo e Patrizia Totaro.

La nota dello studio legale avv. Marziale e Totaro

 Con il comunicato stampa n°51 del Consiglio dei Ministri è stato reso noto che nella seduta del 25 settembre 2023, il Governo ha approvato uno schema di decreto legge -ad oggi peraltro non controfirmato dal Presidente della Repubblica e non pubblicato- con il quale sarebbe intervenuto in relazione al contrasto giurisprudenziale sorto nell’ambito del nutrito contenzioso giudiziario in corso, per lo più presso gli Uffici giudiziari di Roma e di Milano, in vertenze che riguardano oltre mille dipendenti del ramo d’azienda “Volo” di Alitalia, i quali rivendicano il diritto a transitare alle dipendenze della società ITA da ottobre 2021.

Il Consiglio dei Ministri afferma nel comunicato stampa che l’intervento, con decretazione d’urgenza, si sarebbe reso necessario per evitare esiti pregiudizievoli per ITA e per la finanza pubblica, dall’accoglimento dei ricorsi dei lavoratori.

Il Consiglio dei Ministri ritiene di realizzare tale intervento, si legge sempre nel comunicato stampa, con una norma di interpretazione autentica finalizzata ad escludere nella vicenda della cessione da Alitalia a ITA le garanzie occupazionali prestate all’Ordinamento. Norma di interpretazione autentica connessa al parere della Commissione Europea relativa alla discontinuità economica tra le due società.

A tal proposito e con riserva di ulteriormente argomentare quando e se il Decreto Legge verrà pubblicato ed entrerà in vigore, è sin da ora possibile operare le seguenti osservazioni.

  1. a) In via preliminare va fortemente stigmatizzato l’inammissibile e increscioso, nella sua spudoratezza, tentativo del Governo di condizionare, a giudizi in corso, le decisioni della Magistratura del Lavoro, violando palesemente la separazione dei poteri dello Stato e l’autonomia dell’Ordine giudiziario.

Tentativo dell’Esecutivo ancora più indecoroso ed inammissibile ove si consideri che la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri competenti, sono di fatto parte nei processi di lavoro in corso, essendo sia Alitalia SAI che ITA controllate interamente dallo Stato italiano.

  1. b) Va rimarcato il più che fondato dubbio di illegittimità costituzionale di una norma di asserita interpretazione autentica per decreto legge (la somma urgenza non è ravvisabile per nulla e l’art.77 Cost. permette la decretazione di urgenza solo per i casi straordinari di necessità e urgenza). Così come va rimarcato che inoltre appare del tutto erroneo e agiuridico il ricorso alla interpretazione autentica di una legge del 1999, al di fuori del perimetro nel quale l’Ordinamento italiano consente tale intervento legislativo.
  2. c) Comunque la norma recata dal decreto legge palesa l’incapacità di tale espediente di incidere effettivamente sul quadro normativo applicabile alla vicenda della cessione del ramo Volo di Alitalia. Infatti il tentativo del decreto legge del 25 settembre 23 è tanto istituzionalmente eversivo quanto erroneo ed inidoneo a raggiungere lo scopo che si prefigge.

È devoluto solo alla Magistratura del Lavoro l’accertamento fattuale e concreto circa l’entità dei beni oggetto della cessione e circa l’autonomia e preesistenza del complesso aziendale ceduto.

A fronte di tale accertamento in fatto, l’applicazione della normativa legale rilevante in materia è attribuzione esclusiva del Giudice come imposto senza possibilità di deroga dagli art.li 101 e 111 della Carta Costituzionale.

  1. d) E i più che fondati dubbi di legittimità costituzionale del decreto legge in parola, si accompagnano al rilievo che l’intervento dell’Esecutivo italiano si manifesti altresì come inammissibile ed illegittimo anche ai sensi dell’art. 6 CEDU, Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, riguardante il diritto della persona ad un processo giusto, imparziale e immune da interventi esterni.
  2. e) A ciò si aggiunga che, la “discontinuità economica” che è stata accertata e dichiarata dal parere della Commissione Europea del 10.9.2021, sia riferita esclusivamente agli aiuti di Stato che l’Italia ha concesso ad Alitalia e alla insussistenza di una esposizione debitoria anche di ITA per la restituzione di tali aiuti. Cioè assolutamente niente a che vedere con l’autonomia funzionale preesistente del complesso dei beni produttivi oggetto della cessione tra le due società e con la conseguente applicabilità delle garanzie che in Italia presta l’art. 2112 c.c. e che in Europa sono sancite dalle direttive comunitarie in materia delle quali l’ultima è la n°23 del 2001.

D’altra parte la Commissione Europea non è Organo giurisdizionale ed esprime pareri e decisioni solo nelle materie ad essa riservate dalla normativa comunitaria tra le quali non v’è assolutamente la valutazione e la disciplina in materia di diritto del lavoro negli Stati della Comunità.

  1. f) In definitiva il decreto legge del 25 settembre 2023, non solo non raggiunge e non può raggiungere assolutamente l’illegittimo scopo che si prefigge ma manifesta una inammissibile violazione del principio della separazione dei poteri nel nostro Ordinamento e dell’autonomia della Magistratura, nel caso di specie, del Lavoro.

Nelle aule di giustizia, laddove tale decreto legge dovesse entrare in vigore, il dissenso e lo scontro, con ogni strumento concesso dall’Ordinamento, verranno portati avanti con decisione. Resta alla mobilitazione dei lavoratori Alitalia e di tutti i cittadini che ritengano letteralmente eversivo, come è, l’intervento governativo, adottare le più efficaci forme di dissenso e opposizione.

Napoli, Roma, 27 settembre 2023.

avv. Giuseppe Marziale                                                                avv. Patrizia Totaro