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Omicidio Cerciello, assolto in appello carabiniere che bendò Hjorth

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La Prima Corte di Appello di Roma ha emesso una sentenza di assoluzione per “non costituzione di reato” nei confronti di Fabio Manganaro, il carabiniere imputato di misura di rigore non ammessa dalla legge per aver bendato Gabriel Natale Hjorth nella caserma di via in Selci. Questo episodio è avvenuto dopo il fermo dei due cittadini americani per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. La sentenza di assoluzione è stata accolta in risposta alla richiesta del pubblico ministero.

Il caso Cerciello e la sentenza di assoluzione per il carabiniere

Il caso risale alla notte tra il 25 e il 26 luglio 2019, quando il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega fu brutalmente ucciso con undici coltellate nel quartiere Prati a Roma.

Il carabiniere, insieme al collega Andrea Varriale, si trovava in servizio per recuperare una borsa sottratta da due cittadini americani, Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth, che avevano ricevuto sostanze non stupefacenti anziché droga da un intermediario a Trastevere.

Manganaro è stato accusato di aver bendato Gabriel Natale Hjorth durante il suo trasferimento nella caserma di via in Selci, dopo il loro arresto.

La condanna in primo grado e l’assoluzione in appello

Inizialmente, il 24 febbraio dell’anno scorso, Manganaro era stato condannato a due mesi di pena sospesa dal giudice monocratico in primo grado.

Tuttavia, la decisione è stata ribaltata dalla Corte d’Appello di Roma, che ha emesso una sentenza di assoluzione, accogliendo la richiesta del pubblico ministero.

La sentenza ha stabilito che il comportamento di Manganaro non costituisse reato, sostenendo la tesi della difesa.