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ITA, Alitalia e gli ex dipendenti (Con on. F. Donato, L. Battaglia, A. Amoroso, A. Rizzo, 2/04/2024)

 

 

La storia di ITA-Alitalia, distrutta Alitalia e svenduta ad un solo euro “la parte buona”, comprensiva di slot e aeromobili, la nuova compagnia ITA non decolla.

Ci hanno raccontato e fatto credere che il problema di Alitalia fossero gli alti costi del personale, niente di più falso in quanto i compensi erano inferiori a quelli dei colleghi europei, eppure ITA con meno aeromobili e meno personale continua a chiudere in perdita.

Ne parliamo con l’On. Francesca Donato, europarlamentare, Liz Battaglia ex assistente di volo Alitalia, Antonio Amoroso, segretario nazionale CUB (Confederazione Unitaria di Base) trasporti e con l’avv. Alessandro Rizzo che difende numerosi ex dipendenti Alitalia.

In tutto questo la UE e il governo non si sono preoccupati di tutelare il diritto al lavoro degli ex dipendenti Alitalia, eppure dovremmo essere una Repubblica democratica fondata sul lavoro.

Cos intendono fare la UE e il nostro governo che per salvaguardare la vendita di ITA a Lufthansa, dal momento che dopo la desecretazione del contratto i giudici iniziavano a dar ragione agli ex lavoratori, ha addirittura “sancito per legge” che si è trattato di cessione di ramo d’azienda, cosa intendono fare per salvaguardare il lavoro dei circa 2.500 ex dipendenti Alitalia?

Il Governo, “tenuto conto che è sorto un contrasto giurisprudenziale” e cioè che la magistratura dava ragione ai lavoratori e torto al governo, ha emesso con l’art. 6 D.L. 131 del 29 settembre una norma d’interpretazione autentica con la quale viola le prerogative del Parlamento, quelle della Magistratura e dell’Europa nonché la Carta Europea dei diritti dell’uomo. Per approfondimenti qui e qui.

Inoltre in sede di parlamento europeo ITA non ha fatto quanto scritto sul piano industriale, basandosi sul quale la commissione aveva espresso parere positivo. Liz Battaglia sottolinea l’aspetto della violenza sulle donne facendo anche riferimento allo spogliarello delle assistenti di volo Alitalia per protestare contro la condizione lavorativa determinata dall’acquisizione di Alitalia da parte di Ita Airways, perché senza lavoro e appellate come rottami con tanto di decreto legge del governo per non farle riassumere. Quindi li governo si configura come aggressore e non protettore delle donne lavoratrici? E tutto quel parlare sulla parità di genere, le pari opportunità e la lotta alla violenza sulle donne?

Liz Battaglia chiede priorità per le cause degli ex dipendenti che sono ferme o vengono rimandate, domanda chiarimenti su INPS e INAIL, si domanda perché all’estero i colleghi vadano in pensione a 55 anni.

Amoroso commenta e  parla dello scambio corrispondenza con la UE.

ITA continua a chiudere in perdita nonostante la riduzione degli aerei e del personale, ma il problema non era il personale?

Con 2.500 persone fuori, ITA tampona con gli stagionali per non chiamare il personale in causa – ma chiedono 100 ore volo/mese (troppe). Nel frattempo la cassa integrazione ai lavoratori la paghiamo noi.

Cassa integrazione che non viene retribuita secondo l’INPS la colpa sarebbe di Alitalia perché non invia i flussi, ma gli ex dipendenti lavorano ZERO ore, quindi di quali flussi parliamo? (L’articolo prosegue dopo l’immagine)

Ita-Alitalia
Ita-Alitalia. ITA_Airways_Airbus_A220-300_(Born_to_be_Sustainable_Livery)_EI-HHI: Anna Zvereva, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons

ITA elargirebbe uno stipendio base troppo basso, infatti secondo la Corte appello Milano: la retribuzione viola l’art. 36 della Costituzione, non centra nemmeno i parametri minimi di sopravvivenza ed è prossima al reddito di cittadinanza (chi percepisce il reddito però sta a casa senza lavorare)

C’è poi un problema di Privacy per il trasferimento dei dati del personale da Alitalia ad ITA, se c’è trasferimento dei dati personali allora c’è continuità? Per questo sono stati presentati degli esposti al garante della privacy.

Infine Bruxelles ha formalizzato i suoi timori per iscritto al Tesoro e al gigante tedesco dei cieli. L’acquisizione del 41% della newco, sorta dalle ceneri di Alitalia, potrebbe portare a “un aumento dei prezzi per i clienti e a una diminuzione della qualità dei servizi”. Nel dettaglio, l’operazione secondo l’antitrust Ue comporta “rischi reali” per la concorrenza su diverse rotte a corto raggio che collegano l’Italia con i paesi dell’Europa centrale – soprattutto Germania, Svizzera, Belgio e Austria -, e su alcuni collegamenti intercontinentali tra Italia e Stati Uniti, Canada e Giappone. Nonché creare o rafforzare la posizione dominante di Ita su Milano-Linate.

Francesca Donato su ITA e Alitalia

In realtà a mandare in malora la nostra compagnia di bandiera, sono state le gestioni scriteriate che hanno fatto lievitare costi dei contratti dei fornitori di servizi a prezzi esorbitanti e hanno fatto chiudere via via le attività maggiormente remunerative. Sono così aumentate le passività e lo stato è intervenuto con un finanziamento di oltre 1 miliardo e mezzo, poi giudicato illegittimo dalla UE per violazione delle norme sulla concorrenza. La legislazione UE non consentiva aiuti di stato nonostante rilevanza strategica Alitalia.

Nel 2021 si interrompe l’amministrazione straordinaria e si procede alla liquidazione. Si separa il reparto avion (servizi di volo e connessi) dal resto per portare avanti i servizi. Creando così una nuova compagnia “pulita” e una bad company dove restavano i debiti.

La nuova compagnia ITA ha così potuto ricevere un finanziamento di stato per 1 miliardo e 300 mila euro. Prestito che la UE ha autorizzato a condizione che vi fosse discontinuità economica tra Alitalia e Ita. Si è così concretizzata la vendita di una parte dei beni e dei contratti di Alitalia ad Ita, per il corrispettivo simbolico di 1 €. Questo perché la stima degli asset aziendali venduti fatta da un tecnico scelto dal governo era pari a zero.

Tra i beni ceduti ad ITA sono stati inclusi gli slot aeroportuali, ma non è stato previsto il trasferimento del personale di Alitalia, nemmeno per la parte dei servizi ceduti alla nuova compagnia. Questo è stato necessario per ottenere il riconoscimento della discontinuità aziendale e ottenere l’assenso della Commissione Europea al finanziamento che non è stato considerato un aiuto di Stato perché, concesso a condizioni di mercato cioè sulla base di un piano industriale ritenuto solido e credibile.

Ma la compravendita degli spot e il mancato trasferimento del personale certifica l’illegittimità di questa operazione ai sensi delle normative europee, nonostante l’ok ricevuto dalla commissione. Infatti la compravendita di slot tra i vettori non è consentita dai regolamenti europei neanche per aziende ritenute in bancarotta o che ricadono in procedure concorsuali, la normativa dice che in caso di mancato trasferimento degli slot i diritti di atterraggio e decollo non utilizzati ritornino nella disponibilità del pool di vettori aerei per la successiva riassegnazione. Nella storia europea non è mai successo il trasferimento degli slot da una compagnia all’altra tramite atto di compravendita.

Il 10 settembre 2021 attraverso una specifica decisione la commissione europea stabiliva che il trasferimento degli slot aeroportuali da Alitalia ad ITA sarebbe stato possibile solo ai sensi dell’articolo 8A1BIII del regolamento CE N°95/93 che disciplina la segnalazione di bande orarie negli aeroporti europei.  Questa normativa prevede il trasferimento degli slot solo in caso di cessione di tutta l’azienda o di almeno un intero ramo aziendale alla società destinataria degli slot.

Quindi non è sufficiente il trasferimento di beni e proprietà ma è necessario trasferire anche il personale addetto ai servizi oggetto di cessione.

Nei fatti però nel contratto firmato da Alitalia e ita vengono trasferiti una serie di beni rapporti attività e servizi, tra cui gli slot individuati come diritti aventi valore economico, escludendo ogni trasferimento di personale.

E nonostante fosse richiesta dalla normativa europea una esplicita conferma scritta del trasferimento degli slot da parte del coordinatore aereo portuale italiano che si chiama Assoclearance, questo non l’ha mai formalizzata limitandosi a prendere atto del trasferimento.

ITA iniziava così ad utilizzare gli slot di Alitalia sin dal primo giorno di operatività (servizio pubblico) il 15 ottobre 2021.

Il 2 aprile 2023 il rappresentante della CUB trasporti ha presentato all’ENAC (ente nazionale aviazione civile) una richiesta di accesso agli atti relativo al trasferimento degli slot da Alitalia ad ita. L’ENAC ha rifiutato l’accesso agli atti adducendo il diritto alla riservatezza delle compagnie coinvolte, e ribadendo che il trasferimento degli slot sarebbe avvenuto in ottemperanza al decreto legge 73 del 25 maggio 2021 del governo italiano e della decisione della commissione europea del 10 settembre 2021.

Va precisato comunque che la comunicazione ENAC del 7 ottobre 2021 non configura un atto autorizzativo, perché secondo la legge europea l’assegnazione delle bande orarie spetta solo ad Assoclearance.

Sì è così consentita la cessione della parte sana e produttiva della nostra compagnia di bandiera Alitalia ad un solo euro ad un nuovo soggetto, con l’ottenimento di un ingente finanziamento pubblico nazionale mentre i lavoratori sono stati esclusi e lasciati senza lavoro, mentre una parte è stata assunta da ita tramite però una selezione che non ha riconosciuto la loro anzianità ed esperienza di servizio.

Il 26 giugno 2023 l’on Francesca Donato un’interrogazione alla Commissione esprimendo i profili di illegittimità della cessione di slot e rappresentando un grave danno per i dipendenti in esubero, la commissaria ha risposto il 3 agosto 2020 affermando che non c’è stata alcuna violazione di legge nella cessione degli slot, nonostante lei stessa faccia espressamente riferimento al regolamento CE 95/93. Aggiungendo che secondo il documento che specifica le condizioni richieste per il legittimo trasferimento delle bande orarie pubblicato dall’ACNL coordinatore aeroportuale olandese, l’acquisizione da parte di ita sarebbe conforme alla norma suddetta.

Ma andando a leggere il documento del ACNL, in esso viene più volte espressamente richiamata e sottolineata la necessità di una cessione di ramo di azienda ai sensi dello slot regulation, il trasferimento degli aeromobili, del personale ed io ogni tipo di organizzazione necessaria per l’operabilità degli slot oggetto di cessione.

Al punto 39 dice l’acquisizione di altri aeromobili o di personale non provenienti dalla compagnia cedente non qualifica l’operazione come cessione di ramo d’azienda. Al punto 46 si precisa inoltre che tale regolamento non contiene norme specifiche per i vettori in stato di bancarotta o di amministrazione straordinaria, e quindi anche a questi casi si applica l’articolo 8A1BIII dello slot regulation che richiede la cessione di ramo d’azienda per il legittimo trasferimento degli slot.

Nel trasferimento degli slot da Alitalia ad ITA non è stato incluso il personale necessario all’operatività dei servizi di volo e di terra trasferiti. Quindi la cessione degli slot per quanto autorizzata dalla commissione europea è illegittima.

L’on Francesca Donato ha quindi presentato una seconda interrogazione chiedendo una risposta motivata e precisa che chiarisca gli elementi di diritto su cui si basa la posizione della commissione.

Anche la CUB ha chiesto chiarimenti alla commissione ma ha ricevuto risposte b concorrenza che precisano di non poter rispondere a nome della commissione, benché rispondano su delega della stessa.

Le risposte potranno essere solo due o la cessione degli slot da Alitalia ad ITA non ha costituito una cessione di ramo d’azienda (manca il personale), e quindi la cessione degli slot è illegittima, oppure si ribadirà che c’è stata cessione di ramo d’azienda ma si dovrà ammettere che si è deciso illegittimamente di non trasferire personale.

Nel primo caso si dovranno togliere gli slot assegnati a dita per affidarli al pool di vettori che dovrà riassegnarli. Quindi ITA chiude. Nel secondo caso si dovrebbe ingiungere ad ITA di riassumere tutto il personale Alitalia addetto ai servizi della stessa per assegnarlo alle relative mansioni. Con la speranza però che questo trasferimento non vada ad Intaccare la discontinuità aziendale che ha consentito l’erogazione negli aiuti dei finanziamenti ad ITA da parte del governo italiano.

Margrethe Vestager, Commissario europeo per la concorrenza ha risposto il 27 marzo e nella puntata scopriremo la sua risposta.

Attribuzione immagine di copertina, ITA_A320_-_EI-DTE: Styyx, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons