Home NOTIZIE POLITICA Regione Lazio, si dimette il capo della comunicazione Marcello De Angelis: “messo...

Regione Lazio, si dimette il capo della comunicazione Marcello De Angelis: “messo alla gogna per un post”. I motivi in una lettera

MARCELLO DE ANGELIS

Marcello De Angelis lascia l’incarico di responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Le dimissioni irrevocabili sono state comunicate e spiegate in una lettera al presidente Francesco Rocca che le ha accettate con effetto immediato. 

Dalla strage di Bologna al testo di “Settembre nero”

De Angelis era finito nella bufera politica ai primi di agosto per un post in cui scriveva “so per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini”. A far discutere c’è stato poi il testo di una canzone di contenuto antisemita scritta anni fa e infine un post su Instagram dello scorso dicembre. Fatti per i quali lo stesso De Angelis ha poi chiesto scusa, soprattutto per il testo della canzone.

“Il testo di ‘Settembre Nero’ risale a un periodo della mia vita in cui non mi riconosco. A rileggere quelle parole oggi provo imbarazzo e orrore, così come oggi non riscriverei altre canzoni realizzate in passato” aveva detto rispondendo alle polemiche. E ora nella lettera di dimissioni al presidente della Regione Lazio ribadisce il disagio per “l’unica cosa di cui mi sento vergognosamente responsabile”.

Marcello De Angelis si dimette, la lettera: “messo alla gogna per un post su Facebook”

“Egregio Presidente, dopo attenta riflessione, mi trovo nelle condizioni di dover fare una scelta di cui mi assumo tutta la responsabilità – scrive Marcello De Angelis nella lettera di dimissioni – Sono stato messo alla gogna per un post su Facebook in cui ho espresso perplessità su una vicenda giudiziaria sulla quale molti altri prima e meglio di me e in modo più autorevole, si erano pronunciati in maniera analoga.

“Rivendico il diritto al dubbio e al dissenso anche se non posso negare di essermi espresso in modo inappropriato e per questo ho chiesto scusa. Ho scatenato dure pressioni politiche contro l’Istituzione che oggi rappresenti e, pur nella consapevolezza che i tuoi avversari non hanno argomenti o la forza per importi le decisioni che auspicherebbero, la mia stessa coscienza è più forte e più legittimata di loro a chiedermi di fare un passo indietro. La mostruosa macchina del fango può stritolare chiunque e mi ha preso di mira mettendomi alla gogna rovistando nella mia vita”.

La canzone: “l’unica cosa di cui mi sento vergognosamente responsabile”

“Ho pagato tragicamente per metà della mia esistenza colpe che non avevo, – continua De Angelis – ma non posso affrancarmi dall’unica cosa di cui mi sento vergognosamente responsabile: aver composto in passato un testo di una canzone che considero un messaggio di odio insensato nei confronti di esseri umani senza colpa, molti dei quali sono oggi miei amici e amiche, colleghi, vicini di casa, persone che apprezzo, ammiro, a cui voglio bene e persino miei familiari. Non so se potrò mai perdonarmi per questa cosa e non mi aspetto che lo facciano altri. Non posso consentire che le mie responsabilità passate possano macchiare o offuscare lo straordinario lavoro che tante persone migliori di me stanno compiendo per il bene comune”.

Chiudere i conti con il passato 

“Ringrazio tutti i colleghi, molti appena conosciuti, che hanno voluto trasmettermi la loro vicinanza in questo difficilissimo momento, ma è con grande tristezza che ritengo non ci sia altra scelta per me che riprendere la mia strada lontano da questa Istituzione nella speranza di chiudere i conti con il passato e trovare il modo di riparare a qualunque mio precedente errore. Ti comunico, pertanto, le mie dimissioni con effetto immediato dall’incarico che mi hai voluto affidare, ringraziandoti della fiducia e sperando di aver dato al meglio il contributo professionale che ci si aspettava da me. Auguro alla Giunta, al Consiglio e a tutta la struttura di poter continuare il proprio lavoro con la dovuta serenità e col meritato riconoscimento” conclude la lettera di dimissioni.