“Il numero di morti improvvise tra i ragazzi negli ultimi tempi è cresciuto in modo preoccupante, così come le diagnosi di miocarditi e altri disturbi potenzialmente pericolosi: poichè questa anomalia, ormai, viene registrata anche dalle statistiche ufficiali, è necessario che le istituzioni sanitarie inizino finalmente a porsi il problema di analizzare le correlazioni sempre più evidenti tra vaccinazioni anti-covid e questi eventi drammatici”.
Così Mariano Amici, il medico di base di Ardea (RM) diventato celebre a livello internazionale per aver contestato la gestione sanitaria della pandemia e del piano vaccinale, interviene nel dibattito sollevato dalla recente presa di posizione del Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza dell’Abruzzo che ha chiesto di fare luce sull’elevato numero di decessi tra i giovanissimi fino a 17 anni puntando però sugli abusi di tabacco, alcol e droghe:
“I problemi di abuso di certe sostanze tra i ragazzi ci sono sempre stati – coninua Mariano Amici – e non sono certo aumentati in questi ultimi due anni: l’unico fatto realmente nuovo che non possiamo ignorare a priori è la somministrazione della vaccinazione anti covid anche ai bambini ed ai ragazzi senza che ne fosse dimostrata preventivamente l’ innocuità e l’efficacia. Oggi però le proporzioni del fenomeno sono sotto gli occhi di tutti anche all’estero, a cominciare dal Regno Unito e da altri paesi che hanno seguito il nostro stesso approccio alla pandemia: nessuno ci ha ascoltato quando sin dal 2020 nelle piazze e addirittura nero su bianco nel libro “COVID:VERITA’ E’ LIBERTA’ NEGATE” prevedevamo, prima della campagna vaccinale, cosa poteva accadere con l’uso di farmaci geneticamente modificati”.
Per Mariano Amici serve un cambio di passo e l’appello riguarda sia la politica che le istituzioni sanitarie: “Bisogna uscire dall’ambiguità – spiega il medico – : senza più pregiudizi la comunità scientifica e i politici hanno il dovere di aprire una rigorosa fase di verifica e approfondimento per stabilire con un nesso di casualità gli effetti collaterali del vaccino ma, soprattutto, valutare la possibilità di istituire screening a tappeto e altre iniziative di prevenzione per accertare lo stato di salute dei pazienti vaccinati. Quanto avevamo previsto si sta puntualmente verificando ma la cosa che fa rabbia è che chiunque abbia studiato medicina e sia in buona fede poteva darci ragione, invece di osteggiarci e irriderci: perchè il governo e certi medici non si pongono in tal senso alcun interrogativo? E, soprattutto, quando ci porremo il problema di verificare seriamente l’impatto sulla salute pubblica delle scelte scellerate del passato?”.