Ricordate Bibbiano? E’ un comune della provincia di Reggio Emilia che nell’estate del 2019 finì al centro di una inchiesta giudiziaria per far luce su una sospetta serie di denunce per abusi sessuali e violenze ai danni di minori che erano stati registati dai servizi sociali di alcuni comuni dell’Unione della Val d’Enza e che avevano portato all’allontanamento delle presunte vittime dalle famiglie d’origine.
Il sospetto degli inquirenti era che amministratori locali, funzionari dei servizi sociali, psicologi e consulenti di una cooperativa avessero creato appositamente i presupposti per togliere senza un reale motivo una decina di bambini ai propri genitori e affidarli ad altri nuclei familiari compiacenti. Il 27 giugno di quattro anni fa i carabinieri eseguono 16 misure cautelari nell’ambito dell’operazione “Angeli e demoni“, coordinata dal sostituto procuratore Valentina Salvi. Complice l’argomento molto delicato, l’inchiesta deflagrò mediaticamente e il caso Bibbiano divenne anche terreno di un feroce scontro politico da prima serata che contribuì a gettare un’ombra di pregiudizio e di diffidenza sui criteri di intervento delle istituzioni che regolano le procedure dell’affido dei minori: un’istituzione in vigore già dal 1983, anno in cui venne varata la prima legge destinata a disciplinare un provvedimento temporaneo ideato per tutelare bambini e ragazzi minori che si trovano in situazioni di instabilità familiare e che vengono affidati ad altre famiglie o ad una comunità di assistenza pubblica.
In attesa che il processo ancora in corso arrivi a chiarire la reale entità dello scandalo (l’unica sentenza sin qui pronunciata riguarda Claudio Foti, psicoterapeuta al centro dell’inchiesta condannato con rito abbreviato a quattro anni), la vicenda ha comunque messo in discussione il sistema dell’affido temporaneo sollevando il dubbio che sia necessario rivedere norme, procedure e responsabilità di quanti – dai servizi sociali ai tribunali per i minori – hanno il compito di vagliare storie drammatiche e di sofferenza per poi decidere il futuro dei bambini.
In questa puntata di Extra, gli ospiti di Claudio Micalizio testimonieranno come le possibilità di errore in questo ambito siano molto più frequenti di quanto si possa immaginare: Margarita Apostolova è un’imprenditrice veneta che da ormai due anni lotta per riavere a casa suo figlio 15enne affidato per circostanze ancora da chiarire ad una comunità. Con lei Paolo Roat, esperto ed attivista per i diritti dei bambini e delle famiglie che da anni si batte per aiutare i genitori e che in Trentino ha contribuito alla riforma del sistema di Tutela minorile provinciale con una drastica riduzione dei bambini fuori famiglia.
