Home NOTIZIE CRONACA Settecamini, continue rapine e aggressioni. I residenti: “Riaprite la caserma”

Settecamini, continue rapine e aggressioni. I residenti: “Riaprite la caserma”

Da Roma est arriva un grido compatto dei cittadini che chiedono di riaprire la caserma dei carabinieri di via Rubellia. I comitati e le associazioni insieme hanno firmato un documento per chiedere il ritorno dei carabinieri a Settecamini e a firmarlo, oltre al quartiere di Settecamini, anche Casal Monastero, Case Rosse, Colle degli Abeti, La Rustica, Lunghezza, Sant’Alessandro e Villaggio Prenestino.

«I furti sono aumentati, negli ultimi mesi almeno una decina. Parliamo di rapine in casa o all’interno di attività commerciali e di furti d’auto. Senza la caserma è messa a repentaglio la sicurezza e l’incolumità di circa 150 mila cittadini. L’assenza di un presidio in primis favorisce la piccola criminalità che così agisce senza timori. La sola presenza svolgeva una funzione rassicurante per i cittadini ed era un deterrente per i malintenzionati. In secundis scoraggia le vittime a fare denuncia. Questo perché per farlo bisogna recarsi o a San Basilio o a Guidonia» ha detto Khaty Crimeni, avvocato e presidente del Comitato di quartiere di Settecamini.

Sono costanti le aggressioni e le rapine che si registrano in questa zona. «La presenza del campo rom di Via di Salone con l’omonima stazione posta nelle vicinanze, le stazioni ferroviarie della Rustica e di Lunghezza sono tutti luoghi dove si registrano con molta frequenza raccapriccianti azioni criminose» dice ancora l’avvocato Crimeni.

I residenti, stanchi di questa situazione, chiedono di non procrastinare più eventuali provvedimenti. «Sono quattro anni che aspettiamo, ora basta. Chiediamo che si agisca immediatamente. Vogliamo un risposta a breve giro oppure ci rivolgeremo alla Corte di Giustizia della Comunità europea» dicono. «La caserma dovrebbe essere realizzata ma, a quanto ne sappiamo, non nell’edificio di via Rubellia – afferma l’avvocato Crimeni – Noi vorremmo si facesse proprio lì, nella sua sede storica. Il luogo dove è stata per più di un secolo. Ma abbiamo bisogno anche di altri spazi pubblici, come di una biblioteca o un museo».