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Vaiolo delle scimmie, aumento dei casi. Vaia: “Abbiamo vaccinato più di 500 persone a rischio di contagio”

Sono 128 i casi di vaiolo delle scimmie nel Lazio. È sotto osservazione questo aumento dei casi. Non è grave, ma nei prossimi giorni si continuerà con la seconda tranche di vaccini.

Per le prossime dosi, da una fiala si potranno ricavare 5 dosaggi da somministrare per via intradermica. Saranno 1320 i vaccini destinati al Lazio. “È molto importante lo studio preliminare dell’istituto Spallanzani dove emerge una risposta forte e duratura anche nelle persone vaccinate molti anni fa. Non servono allarmismi ma vaccinare la popolazione a rischio e soprattutto garantire il sufficiente numero di dosi”. Così ha dichiarato l’assessore alla Sanità regionale Alessio D’Amato.

Nel Lazio sono 714 i cadi si infezione in Italia. “La notizia del primo decesso tra i casi italiani di vaiolo delle scimmie, non deve allarmare la popolazione. Salvo casi eccezionali, la malattia decorre in modo benigno, senza complicanze gravi, con la guarigione che sopraggiunge dopo 2-3 settimane”, ha specificato in una nota il direttore generale dell’Istituto nazionale per le malattie infettive di Roma, ‘Lazzaro Spallanzani’, Francesco Vaia. “Allo Spallanzani, abbiamo già vaccinato più di 500 persone a rischio di contagio di vaiolo delle scimmie e molti altri verranno vaccinati nelle prossime settimane. Sempre nel nostro Istituto stiamo conducendo studi sulla memoria immunologica delle persone a suo tempo vaccinate contro il vaiolo. I dati preliminari indicano che oltre il 90% delle persone che erano state vaccinate oltre 40 anni fa per il vaiolo, hanno anticorpi che reagiscono con il virus del vaiolo delle scimmie, talora anche in quantità elevata”.

“Questi dati dimostrano che il vaccino antivaioloso è in grado di stimolare una risposta immunitaria forte e duratura, anche a distanza di molti anni. Questa risposta nelle persone a rischio per il vaiolo delle scimmie, può essere richiamata facilmente anche con una singola dose di vaccino. Chi non ha ricevuto la vaccinazione in passato, ed ha comportamenti che lo espongono a rischio di contagio, deve invece effettuare due dosi di vaccino, a distanza di 28 giorni”, conclude Vaia: “Si conferma che la vaccinazione, in questo caso solo su popolazione a rischio e non sul totale della popolazione rappresenta ancora una volta uno strumento altamente efficace e di protezione duratura per contrastare questa nuova malattia”.