Home NOTIZIE ATTUALITÀ Terminate le scorte dei vaccini antinfluenzali nel Lazio. A rischio la campagna

Terminate le scorte dei vaccini antinfluenzali nel Lazio. A rischio la campagna

Sono finite le scorte del vaccino antinfluenzale nel Lazio. È a rischio la campagna e l’allarme arriva dai medici di base che da lunedì scorso hanno terminato le fiale.

Molti pazienti sono stati costretti a cancellare le prenotazioni “a data da destinarsi”, anche se la Regione ha già ricevuto i nuovi ordini e sta provvedendo ai prossimi carichi. Il problema è che si tratta di attese che potrebbero protrarsi fino alla fine di novembre e già si è nel bel mezzo dell’ondata influenzale.

«Le segnalazioni sono state inoltrate dallo scorso lunedì, 7 novembre, quando i dottori hanno terminato il primo lotto consegnato a settembre. La Regione ci ha assicurato che il nuovo ordine è in corso e che al più presto saranno spedite le prossime scorte» ha detto Antonio Magi, presidente dell’ordine dei Medici del Lazio.

Lo scorso 10 ottobre era partita la campagna antinfluenzale del Lazio che aveva cominciato con un ordine di 1,2 milioni di dosi per medici di famiglia e farmacie. «Non solo sono terminate ma alla prima consegna ne sono arrivate la metà» dice Michele Lepore medico con 1.600 mutuati sparsi tra il Tufello, Monte Sacro e Vigne Nuove. «Sono preoccupato, così come i colleghi, di non rientrare nei tempi prestabiliti. Per la campagna vaccinale è determinate somministrare il siero in anticipo rispetto all’ondata influenzale – racconta il dottor Lepore – le scorte sono finite anche perché ne hanno consegnate, in alcuni casi come nel mio studio, la metà. Sono stato costretto a cancellare le prenotazioni e a rimandare le sedute vaccinali senza però poter dare indicazioni precise ai pazienti preoccupati e in attesa».

La necessità di terminare in tempo è al centro della campagna vaccinale. «Dagli uffici regionali – dice Lepore – mi hanno rassicurato che entro la fine del mese di novembre arriveranno le prossime dosi. Ma senza una data certa non è possibile programmare un nuovo calendario di appuntamenti che, di questo passo, potrebbe comunque finire a dicembre inoltrato. Troppo tardi perché la campagna sia efficace ed è invece l’obiettivo principale per evitare un’impennata di malati».