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Il 50% dei romani vive sotto la soglia di povertà: il rapporto della Caritas

Il 42,2 per cento dei romani ha dichiarato un reddito inferiore ai 15 mila euro nel 2022. Il 37,1 per cento dei romani è nella fascia di reddito tra 15 mila e 35 mila euro, il 18,3 per cento dichiara più di 35 mila euro ma meno di 100 mila. Solo il 2,4 per cento dei contribuenti, invece, percepisce più di 100 mila euro.

A dirlo è Rapporto Povertà 2023 di Caritas Roma, dal titolo “Le città parallele”, diffuso oggi. Alla presentazione erano presenti anche il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il direttore della Caritas di Roma, Giustino Trincia.

Roma, il rapporto povertà

caritas roma
 

Secondo il Rapporto Povertà 2023 della Caritas di Roma “nel 2022 si è registrato il dato più alto di accesso nei centri Caritas, parrocchie e servizi di cesani: oltre 25.000 persone hanno fatto richiesta di aiuto; per 11.800 di esse sono stati avviati programmi organici di aiuto”.

Si legge ancora: “La richiesta di sostegno alimentare continua rappresentare il principale tipo di e riguarda il 69,7% delle persone incontrate. Nelle tre mense sociali sono state accolte 9.148 persone, 4.092 delle quali perla prima volta. Due i dati sorprendenti: la presenza di 698 minori (il 7,6% del totale), si tratta soprattutto di minori stranieri non accompagnati” e “il crescente numero di stranieri, l’81% del totale: soprattutto i richiedenti asilo e i protetti internazionali”.

Dal Rapporto emerge inoltre “la richiesta di aiuto per pagare le bollette dell’energia: in soli tre mesi, a cavallo tra il 2022 e il 2023, è andato esaurito il fondo di 130.000 euro istituito dalla Diocesi di Roma e gestito dalla Caritas per aiutare le famiglie, costrette spesso a scegliere se pagare le bollette o provvedere ad altre spese pur indispensabili”.

Roma “città delle disuguaglianze”

“Si vanno delineando – si legge ancora nel Rapporto Povertà 2023 – con tratti sempre più marcati, molte esperienze di città all’interno di un unico grande territorio che si chiama Roma. La città reale e quella virtuale. La prima è quella che per certi aspetti, si pensi alla mancanza di case dignitose e alle migliaia di persone senza dimora e in precarie condizioni abitative, più si avvicina, purtroppo, a quella di 50 anni fa. La seconda è quella che in termine di benessere economico, in base agli indicatori dell’Istat, vede classificata Roma, solo dopo Milano e Bologna”.

La Capitale, si legge, è “la città dei redditi così profondamente diseguali – spiega il documento di sintesi -, in cui si assiste a profonde differenze tra generazioni, generi, cittadinanza e area di residenza delle persone; dove i giovani restano i più penalizzati, nonostante i figli da crescere, insieme alle donne e agli stranieri, mentre sugli anziani, sugli uomini e sui cittadini italiani si concentrano gli stipendi e le pensioni più alte”.