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Elena Aubry, confermata la condanna del responsabile per la manutenzione stradale

Elena Aubry, confermata la condanna del responsabile per la manutenzione stradale
Elena Aubry - immagine da pagina Facebook

Una sentenza storica che non riporterà a casa Elena Aubry ma che secondo la mamma Graziella Viviano rappresenta “una svolta per il nostro Paese’’ perché “da oggi chiunque abbia una responsabilità di sorveglianza di una strada dovrà domandarsi se quella strada è in sicurezza”.

Elena Aubry è morta a 26 anni nel maggio del 2018 a seguito di un incidente in moto avvenuto mentre guidava su via Ostiense. Il punto della questione è stato appunto la manutenzione della strada sulla quale la giovane ha perso la vita.

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Elena quel 6 maggio era di ritorno dal mare e si trovava ad Ostia all’altezza di Cineland quando perse il controllo della sua moto andando a sbattere contro il guard rail. Un incidente che sarebbe potuto essere evitato se sulla strada non fossero stati presenti degli avvallamenti nell’asfalto.

Elena Aubry, confermata la condanna del responsabile per la manutenzione stradale

Elena Aubry, confermata la condanna del responsabile per la manutenzione stradale

Oggi i giudici della Corte di Appello di Roma hanno condannato a un anno e sei mesi Alessandro Di Carlo responsabile della sorveglianza della ditta vincitrice dell’appalto per la manutenzione della strada. In primo grado era stato condannato, dopo il processo in rito abbreviato, a due anni.

Riconosciute le attenuanti generiche

Con la sentenza i giudici di secondo grado hanno riconosciuto le attenuanti generiche rideterminando la pena in un anno e sei mesi.

Per lo stesso fatto altri sette imputati, accusati di omicidio stradale in concorso, tra cui funzionari comunali, sono già stati rinviati a giudizio e per loro il processo è fissato per il 9 luglio 2024 davanti alla settima sezione penale.

La mamma di Elena Aubry: “Ora i tecnici dovranno porsi una domanda ‘Questa strada è sicura?”

“I giudici hanno ampiamente acclarato il fatto che non sia più possibile lasciare le strade in uno stato di totale abbandono come è avvenuto con Elena – afferma la madre della vittima, Graziella Viviano – Mia figlia oggi non tornerà a casa, però è importante per gli altri. Ora i tecnici dovranno porsi una domanda e controllare le strade, verificare se sono pericolose e intervenire. Una svolta per il nostro Paese”.