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Le verità nascoste da Magrini e Aifa

Questa è la sesta puntata dedicata all’inchiesta di Bergamo (Trovi la prima puntata qui, la seconda qui, la terza qui, la quarta qui e la quinta qui.

Torniamo a parlare del nuovo piano di prevenzione vaccinale e chiudiamo l’argomento, poi passiamo agli ultimi documenti Aifa svelati da “Fuori dal coro”.

Il piano nazionale di prevenzione vaccinale

Nel piano sono previste tra le 50 e 60 inoculazioni per tutti, senza contare le vaccinazioni Covid e quelle in via di sviluppo.

Da “La Verità” di giovedì 4 maggio:

Secondo la commissione scientifica indipendente di cui fa parte il dott. Donzelli: «l’approvazione del Piano sarebbe una forzatura non accettabile»: dai possibili rischi (maggiore mortalità cardiovascolare e demenza) legati a vaccinazioni antinfluenzali non mirate e ripetute a partire dalla mezza età, alla carenza di farmacovigilanza attiva sia dei vaccini Covid-19, sia di quelli tradizionali, con conseguente grave sottostima delle reazioni avverse.

«Il principio di precauzione dovrebbe frenare la spinta a rivaccinazioni sempre più frequenti quando non ci siano prove scientifiche indiscutibili di benefici ben superiori ai rischi noti a breve, ma anche a lungo termine, derivanti da ricerche di alta validità e indipendenti da interessi commerciali»

ha ribadito Alberto Donzelli, Il prossimo Piano, invece, «mette sullo stesso livello tutti i vaccini e li raccomanda indiscriminatamente», ha segnalato Eugenio Serravalle, specialista in Pediatria.

«Basti pensare che prevede fino a 33 vaccinazioni nei primi 12 mesi di vita del bambino e una sessantina nei primi 12 anni»: una tabella di marcia impressionante che, come testimonia Serravalle, viene fatta rispettare anche facendo passare per obbligatorie le vaccinazioni che non lo sono, subordinando l’accesso in comunità – nidi, asili e scuole – al completamento del «calendario vaccinale»

I vaccini per tetano, difterite, polio Ipv, pertosse e meningite B possono infatti dare protezione individuale (previa valutazione ad personam del rapporto rischi/ benefici), ma non comunitaria.

D’altronde, come ha dimostrato dati alla mano il patologo Paolo Bellavite, non esiste alcun pericolo che tornino epidemie del passato (polio e difterite) e un’eventuale revisione dell’obbligo vaccinale per malattie endemiche come pertosse, emofilo influenza, parotite, tetano non dovrebbe destare preoccupazioni per la sanità pubblica.

Anche il Cdc ignorò le segnalazioni di reazioni avverse

Il Cdc iniziò ad analizzare le reazioni avverse solo a luglio 2022, sebbene nel 2020 l’Agenzia aveva ricevuto 700 segnalazioni di potenziali controindicazioni correlate all’inoculazione.

In Giappone la Corte dei Conti sta indagando sugli acquisti dei vaccini perché: sono state acquistate 7 dosi per abitante, acquistando circa 4,20 trilioni di yen (32 miliardi di dollari). Poi c’è lo spreco di circa il 30% di dosi che sono state buttate perché scadute.

Magrini e i documenti Aifa

Passiamo ai documenti Aifa di “Fuori dal coro”, dal vaccino raccomandato in gravidanza, alle mail di Magrini, alle reazioni avverse catalogate come “non correlabili” quando invece potevano essere correlabili. Molti effetti non correlati potrebbero essere correlabili, infatti Aifa si aspettava un alto numero di casi “indeterminati”. Le autopsie e la farmacovigilanza bloccate da Magrini, tra l’altro recentemente eletto Direttore dell’unità di Qualità e Governo Clinico dell’Ausl Romagna.

Il caso Paternò e Astrazeneca, con il lotto ritirato, sebbene Magrini e Speranza abbiano tentato fare pressioni sul procuratore per bloccare il sequestro e poi dissequestrato.

Aifa non aggiorna i dati e le segnalazioni di effetti avversi da vaccino risultano enormemente superiori a quelle di tutti i farmaci somministrati in Italia, cosa mai successa prima.

Approfondiamo poi il caso Astrazeneca, i morti e la tarantella sulle fasce di età a cui somministrarlo e sulla sicurezza.

Astrazeneca e Johnson & Johnson hanno sostenuto organizzazioni mediche, associazioni e università. Solo per Astrazeneca si possono calcolare 30 milioni spesi fra il 2020 e il 2021 non solo per ricerca e sviluppo, ma anche per sovvenzioni a scienziati pro sieri a ed editori come quello di Quotidiano sanità.

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