Home NOTIZIE ATTUALITÀ Cinghiali a Roma, Oipa: “La politica dovrebbe adottare azioni di prevenzione”

Cinghiali a Roma, Oipa: “La politica dovrebbe adottare azioni di prevenzione”

Ormai sta diventando una vera e propria emergenza quella dei cinghiali. Girano per le strade di Roma, liberi e in pieno giorno. Non solo per strada, ma anche nei parchi come quello di Villa Pamphilj.

Per quanto riguarda la gestione di questi animali, “Da quando si sono verificati i primi casi di peste suina in nord Italia, era il 2021, abbiamo dovuto interrompere le catture con le gabbie che era la strada scelta dal nostro ente per il contenimento dei cinghiali – ha spiegato Maurizio Gubbiotti, il presidente di RomaNatura –  “e questa condizione è durata circa un anno”. Di solito, quando l’animale finiva nella gabbia, aveva due tipi di destino. “Prima della peste suina, c’erano delle aziende che si erano aggiudicati regolarmente bandi per la successiva gestione dei cinghiali” ha detto Gubbiotti, che o li trasferivano in serve venatorie oppure li destinavano all’industria alimentare.

“Rispetto al passato, non è più possibile avviare alla macellazione i cinghiali catturati a Roma. Sia noi che l’ente parco di Veio, dallo scorso ottobre abbiamo ottenuto il via libera al riutilizzo della gabbie. Ma gli animali che vi finiscono dentro poi vengono semplicemente addormentati, abbattuti ed infine inceneriti”.

L’Organizzazione internazionale protezione animali spiega che “I cancelli di Villa Doria Pamphilj, a Roma, sono stati riaperti nella tarda mattinata e, in attesa delle decisioni che le istituzioni prenderanno, anche per i cinghiali arrivati nel più grande parco pubblico di Roma si profila una tragica fine ma, come andiamo ripetendo, più se ne abbattono più si moltiplicano”. La questione è che “gli abbattimenti non sono la soluzione al problema della proliferazione dei cinghiali, ma la causa”.

Quindi come arginare il problema? “Per arginare il fenomeno la politica dovrebbe adottare azioni di prevenzione come la pulizia del territorio, la corretta raccolta dei rifiuti, l’uso di dissuasori, fino alla sterilizzazione farmacologica, oggi allo studio del Ministero della Salute”.