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Peste suina, agricoltori e allevatori alzano la voce. Zingaretti al ministro: “Servono indennizzi”

Granieri: «Questa situazione ha costretto molte aziende agricole ad abbandonare coltivazioni che portavano avanti da generazione.»

Tante le storie e tante le denunce di pastori, allevatori e agricoltori contro le drammatiche conseguenze della peste suina. È scattato così a Roma in piazza SS. Apostoli il blitz di chi da diversi giorni sta risentendo fortemente dei danni causati da questa malattia che colpisce suini e cinghiali, ma non l’uomo. Si chiede quindi «di fermare una calamità che diffonde la peste suina, distrugge i raccolti, aggredisce gli animali, assedia le stalle e causa incidenti stradali con morti e feriti, anche recenti», spiega la Coldiretti, sottolineando come questa invasione di cinghiali sia pericolosa per le campagne ma anche per i centri urbani.

«Questo non è ammissibile in una Capitale – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – i cinghiali rappresentano ormai un serio pericolo per i cittadini e anche per in nostri agricoltori, che a causa della loro proliferazione sono costretti a subire costanti invasioni nei campi che distruggono i loro raccolti».

La Coldiretti ha deciso infatti di esporre i prodotti in piazza per denunciare come il Made in Italy rischia di scomparire a causa di una situazione che sta provocando problemi sanitari, sociali, economici e ambientali.

«Questa situazione ha costretto molte aziende agricole ad abbandonare coltivazioni che portavano avanti da generazione – continua Granieri – per convertire il terreno ad altre colture, abbandonando ad esempio il mais, che è una delle colture più colpite e tra le preferite dei cinghiali. Una coltivazione, quella del mais, fondamentale soprattutto ora a causa delle ripercussioni del conflitto in Ucraina che ne hanno visto lievitare i costi. Non possiamo permetterci queste perdite».

Al campanello d’allarme risponde anche il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, il quale ha scritto al ministro delle politiche agricole e forestali, Stefano Patuanelli, per chiedere aiuti alle aziende agricole e agli allevamenti di suini.

Si legge nella lettera: «Considerato che nella Regione Lazio risultano presenti oltre 12.000 allevamenti suinicoli, per un totale di circa 42.000 capi, la diffusione dell’epidemia rappresenta una grave minaccia per la suinicoltura e l’agroalimentare laziale. Desta preoccupazione, altresì, la realtà degli allevamenti all’aperto dei suini delle razze autoctone regionali che costituiscono un rilevante patrimonio di biodiversità; nella Banca dati nazionale (BDN) sono censiti nella Regione Lazio n. 1112 allevamenti all’aperto (semibradi) con 7928 capi di cui alcuni partecipano ai programmi di conservazione delle razze autoctone».

Questi indennizzi aiuteranno a sostenere ed evitare il collasso di una situazione che ormai è inaccettabile e fuori controllo. «Per tali motivazioni – si legge ancora – Le chiedo di includere la Regione Lazio nell’ambito della ripartizione delle risorse finanziarie previste dall’articolo 26 del D.L. 4/2022 con specifico riferimento al fondo destinato al rafforzamento degli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza, nonché al fondo per indennizzare gli operatori della filiera colpiti dalle restrizioni sulla movimentazione degli animali e sulla commercializzazione dei prodotti derivati valutando altresì, in relazione alla progressione della situazione epidemiologica, un incremento delle risorse stanziate con il medesimo decreto-legge».