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Peste suina, zona rossa fino a Città del Vaticano: ipotesi abbattimento dei cinghiali

immagine di repertorio

Sessantacinque chilometri quadrati di zona di attenzione, da Casalotti sfiorando via Salaria, fino a toccare Città del Vaticano. Un’altra area, quella infetta che abbraccia la riserva dell’Insugherata e si estende per 5 ettari, verrà recintata. Queste alcune delle misure messe in campo dalla Regione Lazio per contenere la diffusione della peste suina africana a Roma e al tempo stesso accertare l’eventuale presenza di carcasse di cinghiali infetti.

L’allarme è scattato giovedì, quando nel parco dell’Insugherata – area naturale protetta che si estende da via Trionfale a via Cassia – è stato trovato un cinghiale morto a causa della peste suina africana, evoluzione della peste suina. Una malattia virale che, assicurano gli esperti, non contagia l’uomo, ma potrebbe mettere a rischio gli allevamenti di maiali e il commercio di carne suina.

Da questa mattina è stato attivata la task force dei Guardiaparco, che avrà il compito di perlustrare la zona infetta per verificare la presenza o meno di cinghiali morti. Già attivo da venerdì il numero verde della Regione per segnalare eventuali ritrovamenti di carcasse e attivare così immediatamente i servizi veterinari.

Il Comune di Roma presto installerà una segnaletica adeguata nei parchi che si trovano all’interno della zona infetta per segnalare la presenza di peste suina africana dei cinghiali. In quelle aree non sarà possibile organizzare eventi e assembramenti nei parchi, compresi i picnic. Intanto si fa strada l’ipotesi abbattimento dei cinghiali, paventata dal sottosegretario alla salute Andrea Costa che, parlando a ‘Mi manda Rai Tre’ della situazione a Roma, ha detto che questo potrebbe essere il “momento opportuno per pensare anche a un piano di selezione e di abbattimento importante, che riduca il numero e la presenza dei cinghiali”.