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Rifiuti, dopo lo stop alla discarica di Albano Roma rischia nuova emergenza. servono altri due impianti

La città rischia il collasso se non si trova immediatamente un luogo dove portare i rifiuti dopo che la procura di Velletri ha predisposto la chiusura per la discarica di Albano.

È arrivato il momento per il Campidoglio di fare i nomi dei siti dove conferire gli scarti prodotti dai Tmb, una decisione ormai non più prorogabile. La città rischia il collasso se non si trova immediatamente un luogo dove portare i rifiuti dopo che la procura di Velletri ha predisposto la chiusura per la discarica di Albano.

Ma la storia ormai ha dell’inverosimile: è dal 2013, quando Ignazio Marino fece chiudere Malagrotta, che i cittadini dei territori ogni volta papabili per la costruzione di questa discarica protestano, rallentando quindi le procedure. In più si aggiunge anche il braccio di ferro tra Campidoglio e Regione, come quello tra l’ex sindaca Raggi e il presidente della Regione Nicola Zingaretti, su chi avesse la responsabilità di occuparsene. Attualmente Gualtieri, assieme all’assessore Sabrina Alfonsi ha spiegato che di discariche potrebbero essercene due, di cui una a Magliano Romano, attualmente adibita allo sversamento di calcinacci e scarti di lavorazioni edili. Seguiranno certamente contrasti tra amministratori locali e cittadini, ma dal punto di vista delle autorizzazioni la Regione ha dato l’ok alla valutazione di impatto ambientale.

Per quanto riguarda Roma Capitale, il Campidoglio suggerisce di riprendere in mano la mappa che nel 2019 aveva indicato 15 aree libere da vincoli per un eventuale sito. Tra queste cosiddette “aree bianche” dentro Roma potrebbe esserci quindi l’indicazione per la costruzione del prossimo impianto.