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Castel Giubileo, a un anno e mezzo dalla frana quattro famiglie ancora fuori casa: “Non abbiamo più niente”

Io non ho più niente, dopo 50 anni di lavoro non mi ritrovo niente. Voglio solo la casa, basta. Quello che è mio”. Non trattiene l’emozione Nadia, piange sotto gli occhiali grandi. È una delle 13 persone che da 19 mesi non può più entrare in casa sua. Era il 16 gennaio del 2020, più di un anno e mezzo fa, quando una frana ha bloccato l’accesso di una palazzina di quattro piani a Castel Giubileo.

Fango e terra sono entrati dalle finestre, hanno abbattuto pareti, spazzato via mobili e rischiato anche di uccidere. Da quel giorno quattro famiglie non possono più rientrare nelle loro abitazioni, ancora inagibili. E c’è chi, come la signora Nadia, da alcuni mesi deve pagare un affitto di 550 euro, a pochi metri da casa sua, per avere un letto dove dormire: “E’ un problema anche economico, perché noi paghiamo le bollette sia lì, il consumo, sia qui, nella nostra casa”.

Il marito, il signor Antimo, invece, da quando il fango si è preso la sua casa non mangia più: “Da quando è successo ho perso 8 chili”, dice a Radio Roma. Quando potrà rientrare? Se lo chiede da 19 mesi. Al momento né la palazzina né il terreno circostante sono stati messi in sicurezza.

Il motivo lo spiega l’avvocato Walter Feliciani, che segue le famiglie evacuate dal giorno della frana: “L’Inps, proprietario del terreno e del sovrastante immobile, nonostante le prescrizioni della Protezione civile e nonostante l’accertamento tecnico preventivo che ha stabilito le cause della responsabilità, non si muove né nella messa in sicurezza e né ha accettato la proposta conciliativa fatta dal perito nominato dal giudice”, dice l’avvocato a Radio Roma.

Il prossimo passo è introdurre la causa di merito presso il Tribunale civile, annuncia Feliciani: “Faremo ulteriori diffide e interesseremo l’autorità penale per la messa in sicurezza di tutta l’area– aggiunge. – Però ci sarà da aspettare ulteriore tempo. E queste povere famiglie saranno costrette ancora a stare fuori casa”, conclude.