L’agonia di Antonio vittima di malasanità (con Zaira Bartucca e Valentina Caroccia)

 

Dopo la prima puntata dedicata a quello che secondo la UE sarebbe il cibo del futuro, ovvero gli insetti, le Dott.ssa Zaira Bartucca, giornalista e direttore di Recnews.it, interviene in trasmissione sul caso di malasanità di cui è stato vittima il sig. Antonio Caroccia. Il secondo ospite è la dott.ssa Valentina Caroccia, la figlia di Antonio Carroccia.

La dott.ssa Bartucca è stata la prima ad occuparsi del caso con un articolo del 29 dicembre 2022, un secondo articolo del 28 gennaio 2023, e che recentemente, con un nuovo articolo, ha mostrato la prova che il tracciato dell’Ecg non è mai arrivato alla centrale operativa.

Quest’ultimo è purtroppo solo uno dei punti oscuri, di quelle cose che non dovrebbero mai succedere, è solo una delle carenze, degli errori, della superficialità, della trascuratezza e della mancanza di umanità di cui Antonio è stato vittima, nella sua lunga agonia, che dall’arrivo dell’ambulanza alle 18.55, quest’uomo ha dovuto patire,  fino alla morte sopraggiunta alle 1.30 del giorno successivo.

Il drammatico racconto di Valentina Caroccia evidenzia tutte le tappe di questa tragedia, che forse si sarebbe potuta evitare e che non sarebbe mai dovuta accadere. Zaira Bartucca, che ha seguito diversi casi di malasanità sottolinea come, purtroppo, quello di Antonio non sia un caso isolato e di come specialmente in Calabria, il susseguirsi dei casi sia dovuto a mancanze strutturali e problemi cronici.

I primi soccorsi e la diagnosi errata

Ma veniamo al caso di Antonio che si sente male il 5 marzo 2022 verso le 18.00, accusa un improvviso e forte dolore addominale che coinvolge anche la schiena all’altezza dei reni, Antonio però è un 72 enne che gode di ottima salute e pensando ad un malore passeggero prova ad andare in paese, ma rientra subito si sdraia e chiede aiuto alla moglie. Antonio si accascia ma rimarrà “vigile, collaborante e orientato nel tempo e nello spazio”, questo secondo la relazione del Tirrenia Hospital di Belvedere Marittimo, mentre e qui la prima incongruenza, secondo l’Asp di Cosenza il paziente non sarebbe stato cosciente fin dalle 18.48.

Rendendosi conto della gravità della situazione i parenti chiamano l’ambulanza che arriverà tempestivamente, in appena 7 minuti, una dimostrazione di efficienza della risposta alle urgenze? Neanche per sogno, il caso ha voluto che l’ambulanza fosse vicino a casa Caroccia per fare rifornimento di carburante.

In ogni caso il primo soccorso è immediato, ma la diagnosi è completamente errata, il medico del 118 diagnostica un infarto, ma Antonio aveva un aneurisma addominale, per di più il tracciato dell’Ecg non arriverà mai alla centrale operativa del 118 di Cosenza.

Trasportato seminudo, da un personale sgarbato con familiari e paziente, arrivato al Tirrenia Hospital c’era un posto libero ma non volevano ricoverarlo, di qui le pressioni e l’attesa per avere un posto che c’era e di cui Antonio aveva disperato bisogno.

Le chiamate dei familiari al centralino si susseguono e le registrazioni sono raccapriccianti, per la mancanza di tatto, umanità, educazione, rispetto e soprattutto per la calma come se non si trattasse di un caso grave ed urgente, come se Antonio non avesse bisogno di cure immediate.

La figlia Valentina parla anche di una Emogasanalisi sparita.

Antonio si aggrava ma non ci sono ambulanze

Nel frattempo Antonio si aggrava e deve essere trasportato in un altro ospedale, ma questa volta l’ambulanza non sta facendo rifornimento lì vicino, e Antonio si scontra con l’abbandono, un paziente bisognoso di cure immediate salva vita deve aspettare 3 ore e mezza, perché non c’erano ambulanze libere. Una condanna a morte e ad atroci sofferenze, il codice è rosso ma la calma con cui il personale sanitario gestisce il caso è disarmante. Quando viene trasportato dalla seconda ambulanza è ormai privo di conoscenza arriva alle 23.00, operato d’urgenza, muore sotto i ferri alle 1.30.

Zaira Bartucca sottolinea la mancanza di attenzione da parte dei media mainstream, che spesso lanciano la notizia per fare scalpore ma poi non seguono il caso e gli sviluppi. In questo modo viene a mancare la pressione mediatica indispensabile per evidenziare le lacune e le mancanze che accumunano questi casi e per spronare sanità e procure ad intervenire rapidamente.

Il dramma è racchiuso nel dolore e nella rabbia dei familiari, nelle parole e nella voglia di verità e giustizia di Valentina Caroccia.



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