
Qui la copertina della puntata di Extra dedicata alla povertà e a come viene combattuta nei territori.
“C’è il caro affitti, che ora è esploso per la protesta degli studenti universitari in tenda ma che da anni sta mettendo in ginocchio intere famiglie costrette a fare i conti con spese di locazione e condominiali sempre più alte soprattutto nelle grandi città. Poi c’è il caro bollette, con gli aumenti di luce e gas cui sinora la politica ha saputo dare solo parziali risposte e che rischia di riesplodere il prossimo autunno. Ma c’è anche l’inflazione, con la corsa dei prezzi e in particolare di quelli che compongono il cosiddetto carrello della spesa, cioè i prodotti essenziali che ogni famiglia – indipendentemente dal reddito – cerca di portare ogni giorno in tavola.
Se a questo aggiungiamo che in Italia ci sono oltre 3 milioni di disoccupati, che il nostro Paese ha gli stipendi più bassi d’Europa e che spesso anche chi lavora deve fare i conti con una certa precarietà, ecco spiegato perché l’attuale situazione economica rischia di far uscire a pezzi il paese dopo questa ondata di rincari.
Gli ultimi dati Istat, riferiti al 2021 e confermati anche da altri osservatori come quello della Caritas, dicono che la povertà assoluta in Italia è ai massimi storici: tocca quasi due milioni di famiglie, e riguarda oltre 5 milioni e mezzo di persone tra cui anche 1 milione e 400mila minori: sono, secondo la definizione ufficiale, le persone che non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile ma se si allargano i criteri di selezione scopriamo che molti di più sono quanti devono fare ogni giorno qualche rinuncia per arrivare a fine mese e talvolta basta anche una sola spesa imprevista – come quelle mediche, per esempio – per mandare tutto in tilt.
Un problema di lungo corso che la pandemia prima e la guerra poi hanno ulteriormente aggravato e a cui la politica nazionale sembra non riuscire a dare risposte concrete. E così, spesso, è sul territorio, laddove cioè i problemi si manifestano concretamente, che ci si ingegna per trovare soluzioni: amministrazioni comunali, associazioni no profit, istituti di credito e fondazioni bancarie spesso sono chiamate a gestire un’emergenza dando aiuti ma anche spesso trovato soluzioni di più lungo corso per provare a invertire la rotta e trovare un’alternativa che sia efficacemente duratura e che riaccenda la speranza.”
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