Condanne per oltre 160 anni di carcere nei confronti di appartenenti al clan Di Silvio. Nel processo con rito abbreviato nato dall’inchiesta Scarface della Polizia di Stato con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma sono stati 19 gli imputati condannati. Le pene più pesanti a Carmine di Silvio, a cui sono stati inflitti 20 anni, e poi Antonio, Ferdinando Di Silvio e Fabio Di Stefano condannati a 19 anni.
“Una sentenza importante perché colpisce sul nascere la ricostruzione di una nuova operatività del clan Di Silvio a seguito delle numerose inchieste che hanno colpito il vertice di uno dei clan più radicati e temibili di Latina disarticolandone la struttura criminale” dichiara il presidente dell’Osservatorio per la legalità della Regione Lazio, Gianpiero Cioffredi.
“La sentenza di questa mattina – aggiunge Cioffredi – riconosce la solidità dell’inchiesta sviluppata attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche e il contributo di collaboratori di giustizia, dalla Polizia di Stato e dalla Dda, riconoscendo i reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto, detenzione e porto abusivo di armi, tutti aggravati dal metodo mafioso”.
“La forza intimidatrice dispiegata dal sodalizio criminale e la pervasività delle minacce estorsive con l’obiettivo di acquisire il controllo delle attività commerciali ci spinge tutti a non arretrare di un passo rispetto alla necessità di rafforzare gli anticorpi di legalità attraverso il protagonismo delle Istituzioni Locali, cittadini e forze sociali che nella provincia di Latina devono assumere maggiore consapevolezza che la lotta alle mafie non può essere delegata solo allo splendido lavoro degli apparati investigativi”, conclude Cioffredi. (eg)
