Interrogatorio di convalida per Costantino Bonaiuti, ingegnere di 61 anni arrestato con l’accusa di aver sparato e ucciso l’avvocata 35enne Martina Scialdone davanti a un ristorante in viale Amelia a Roma zona Appio Tuscolano. Per i pm l’uomo l’avrebbe uccisa con “premeditazione” e “per motivi abietti e futili rappresentati dalla gelosia”.
Non è così per il difensore, l’avvocato Fabio Taglialatela, che entrando a piazzale Clodio per l’udienza di convalida ha dichiarato: “Non c’è stata alcuna premeditazione. Non si tratta di omicidio volontario o preterintenzionale, è stato il tragico errore di un soggetto che forse voleva porre fine alla sua vita e che ora soffrirà per sempre”.
Legale Bonaiuti: “Se tutti avessero fatto il loro dovere sarebbe ancora viva”
Il legale, riportano le agenzie, ha aggiunto: “Se tutti avessero fatto il loro lavoro, i loro compito di cittadini, questa ragazza sarebbe ancora viva. La ragazza pare chiesto aiuto: nessuno ha modo di riscontrare questa richiesta di aiuto, ma questo lo appureremo. In questa vicenda ci sono due vittime”. “C’è stato un ritardo generalizzato, pare la ragazza sia andata a chiedere aiuto dopo l’aggressione ma sembra non abbia ricevuto alcun sostegno” dichiara ancora.
Un riferimento che sembrerebbe riguardare anche alcune ricostruzioni secondo cui la donna non avrebbe avuto il sostegno delle persone presenti nel locale che avrebbero invece potuto accorgersi della situazione di difficoltà che la 35enne stava vivendo. Una ricostruzione che secondo i gestori del ristorante “è stata rilasciata da chi non era presente all’interno del locale durante l’accaduto”. Ci sarebbe inoltre il giallo delle telefonate al 112. I ristoratori avrebbero riferito alla loro legale, riporta il Corriere della Sera, che la prima telefonata al 112, per chiedere aiuto alle forze dell’ordine, sarebbe stata fatta quando la lite era ancora in corso. Saranno le verifiche sulle chiamate al nue a stabilire l’orario e quante chiamate di soccorso siano state fatte. (eg)
