Rogo doloso ma senza responsabile, così la Procura non può che chiedere l’archiviazione dell’inchiesta sull’incendio che nella notte tra il 2 e il 3 ottobre dello scorso anno ha danneggiato gravemente il Ponte di Ferro sul Tevere a Roma che collega i quartieri Ostiense e Portuense. Tante le ipotesi che in questi mesi si sono avvicendate, dal rogo divampato tra le baracche sotto le arcate del ponte ripreso dalle telecamere di sorveglianza della caserma del Nucleo dei Sommozzatori dei Vigili del fuoco di via del Porto Fluviale dove si vede il momento dell’innesco, con movimenti sospetti nell’area usata come accampamento da un gruppo di clochard che sarebbero stati visti dai residenti, finanche al gesto di cittadini esasperati dal degrado della baraccopoli. Nessun risultato utile è emerso dalle indagini effettuate.
I carabinieri del Nucleo investigativo e della compagnia di Trastevere sono riusciti anche a individuare gli occupanti. Dalle testimonianze non sono emersi elementi utili a identificare i responsabili dell’incendio. Esclusa da subito anche l’ipotesi di un cortocircuito.
Di fronte all’impossibilità di trovare un responsabile dell’incendio che ha distrutto parte del ponte che collega via del Porto Fluviale a via Antonio Pacinotti, il procuratore aggiunto Giovanni Conzo e il pubblico ministero Valentina Margio, riporta il Messaggero, hanno deciso di chiedere l’archiviazione dell’inchiesta. (eg)
