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Non solo Roma – Puntata di Giovedì 18 Aprile 2024

Non solo Roma con Elisa Mariani – Puntata di Giovedì 18 Aprile 2024

Un bottone per chiedere aiuto, arrivano a Roma le “Pink Box”: il progetto contro la violenza di genere

Ospite in collegamento Simona Belli, Responsabile risorse umane “Dedem”

Le cabine fototessera diventano punti antiviolenza, in grado di collegare le donne con il 1522.

Grazie a un progetto dell’Associazione Differenza Donna e di Dedem e con l’expertise tecnico di DMP Electronics, 50 cabine Dedem situate su tutto il territorio italiano da Nord a Sud (e privilegiando le aree più “difficili” delle città), verranno dotate di un device che consentirà alle donne minacciate da qualsiasi forma di violenza, fisica e psicologica, di utilizzare le cabine stesse come punti di primo contatto con il 1522.

Semplicemente premendo un pulsante, inserito in una piccola scatola realizzata tramite stampa additiva, dunque le donne in difficoltà potranno chiedere aiuto.

Il numero 1522, Servizio pubblico promosso dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è gratuito e attivo 24 ore su 24. Solo nell’ultimo trimestre 2023 le chiamate sono state oltre 54mila.

Qualche numero: secondo le ultime statistiche relative al 2023, il 47,6% delle vittime chiede aiuto per violenza fisica, il 36,9% per quella psicologica. Il 64,5% dichiara di aver subito violenza per anni, il 25,5% per mesi, il 10% di aver subito soltanto uno o pochi episodi di violenza.

Il 24,8% delle vittime che si sono rivolte al 1522 hanno paura di morire e timore per la propria incolumità e dei propri cari, mentre i 2/3 di esse provano ansia e il 24,3% si sente in grave stato di soggezione. La violenza riportata al 1522 è preminentemente di tipo domestico. Anche alla luce di questo dato, la cabina fototessera può rappresentare un’opportunità in più per chiedere aiuto, in un contesto anonimo, privo di tracciamento e accessibile a tutti, senza bisogno di nessun tipo di strumento tecnologico.

La scatola magica che da più di 60 anni è entrata a far parte della nostra geografia urbana, fotografando ogni anno 10 milioni di volti (oggi le cabine fototessera in Italia sono circa 4mila), sceglie di aderire pienamente al contesto sociale e offrire il suo spazio per la battaglia contro la violenza di genere.

“Con questo progetto Dedem vuole mettere a disposizione la propria infrastruttura per una battaglia che non può che essere dell’intera società – spiega Simona Belli –. Se potremo aiutare anche solo una donna a riconquistare la propria libertà il nostro obiettivo sarà stato raggiunto. Dopo un primo test su 50 cabine vorremmo estendere sempre più la rete di cabine pink box”.

Ad Appio Alberone continua l’impegno dei cittadini per rendere il quartiere più bello e sicuro

Ospite in collegamento Roberto Taricani, CdQ Appio Alberone

Continua senza sosta l’impegno dei cittadini di Appio Alberone, IX Municipio di Roma, perché il quartiere sia più bello e soprattutto più sicuro.

“Il Giardino Livia Menapace è ufficialmente nostro – ha spiegato Roberto Taricani – le procedure per l’adozione sono state ultimate e abbiamo firmato tutta la documentazione. Dobbiamo anche raccontarvi purtroppo di un caso di vandalismo: la targa che era stata appostata la sera, è stata divelta e l’abbiamo trovata a terra la mattina seguente. Per fortuna abbiamo ripristinato il tutto, ma dispiace dover raccontare episodi di questo tipo”.

C’è poi la questione sicurezza: ancora troppi incidenti, soprattutto in zone specifiche. “Siamo stati chiamati direttamente dalla Giunta Capitolina per discutere sulla questione viabilità, – ha detto Taricani – ci sono incroci molto pericolosi in zona, soprattutto a Re di Roma; porteremo uno schema dettagliato delle criticità e anche i numeri, su cui è necessario intervenire”.

Menopausa, un argomento ancora tabù su cui è necessario fare chiarezza

Ospite in collegamento Cinzia Giorgio, direttrice di “Pink Magazine Italia

Un argomento ancora ritenuto, per certi versi, tabù e su cui si fa fatica a parlare, un po’ per reticenza, un po’ per vergogna.

Ma si tratta di una fase naturale della vita di ogni donna che dovrebbe essere vissuta con le giuste conoscenze e anche con gli strumenti adatti ad affrontarla.

Pink Magazine ha incontrato e intervistato la dottoressa Cristina Tomasi. Medico dal 1991, ha lavorato per 14 anni all’ospedale di Bolzano nel reparto di Medicina Interna e si è occupata prevalentemente di malattie cardiovascolari e tromboembolismo venoso. Si occupa di osteoporosi e malattie del metabolismo osseo, terapia ormonale bioidentica e medicina ortomolecolare.

È molto attiva sui social e il suo obiettivo è informare le donne circa le tante problematiche di salute che possono affliggerle nel corso della loro vita, con cambiamenti importanti nel passaggio dall’età fertile a quella della menopausa.

Leggi l’intervista completa qui.

“Scrivi quando arrivi”, la sorellanza illumina la notte

Samia Outia, 22 anni, questo il nome della studentessa veneta di Giurisprudenza a Bologna che ha creato il gruppo di auto-sorveglianza su WhatsApp: Scrivi quando arrivi. L’idea è nata per tutte le donne che non si sentono al sicuro quando camminano per strada. mentre si torna a casa da sole si può scrivere o parlare al cellulare finché non si arriva a destinazione. Affinché in caso di pericolo l’interlocutore si attivi per chiamare i soccorsi.

Per iscriversi alla chat, si può inviare un messaggio diretto (DM) su Instagram alla pagina @scriviquandoarrivi con il proprio numero di cellulare, la città in cui ci si trova, e si entra automaticamente nella community, dopo attente verifiche sull’identità di chi chiede protezione.

La chat è attiva giorno e notte. Una Community eterogenea che conta a oggi più di 400 iscritti nel gruppo solidale di Bologna da cui è partita l’iniziativa che si è ampliata a Milano, Firenze, Roma, Perugia, Napoli, Trieste, Modena e Bergamo con l’intento di estendersi a tutto il Paese.

L’idea di Samia, come lei stessa ha raccontato in diverse interviste, è nata a seguito di alcuni casi mediatici di forte impatto emotivo, come il femminicidio di Giulia Cecchettin e i casi di violenza sessuale registrati a Bologna. Lei e le sue amiche, infatti, si sentono particolarmente insicure da tempo. Da qui la scelta di creare un movimento di vera e propria sorveglianza, pubblicizzandolo con dei volantini nelle università: «Hai paura di tornare a casa da sola? Anche io».

Quella di Samia è l’ultima di tante iniziative in atto grazie alla geolocalizzazione e ai numeri d’emergenza. Altra app è Viola Walkhome che è un servizio di video-accompagnamento, attivo 24 ore su 24, per tutti coloro che cercano compagnia quando tornano a casa la sera.

L’applicazione videoregistra, in caso di emergenza, la chiamata in corso con i volontari selezionati e, in caso di violenza, allerta immediatamente alle forze dell’ordine. Si tratta di un servizio gratuito, attivo su territorio nazionale ed europeo. Poi c’è l’app del 112 Where are U con cui è possibile effettuare chiamate di emergenza, allertando polizia, carabinieri o ambulanze. L’app rileva la posizione tramite Gps, anche quando la rete dati non è disponibile (in questo caso, la posizione viene trasmessa via sms). Lo stesso Dipartimento per le Pari Opportunità, dal 2006, ha reso attivo il numero antiviolenza 1522 disponibile h24, per richiedere aiuto a un operatore.

Dieci buoni motivi per amare “Via col Vento”

Uno dei film più famosi della storia del cinema, tratto dall’intenso romanzo di Margaret Mitchell, è ancora oggi considerato un cult.

In principio c’era lei, una delle scrittrici più interessanti del Sud degli Stati Uniti. Margaret Mitchell, che con il suo Gone with the Wind (Via col Vento, 1936) vinse il Premio Pulitzer con un record di 60milioni di copie vendute; poi a qualche anno di distanza dalla pubblicazione del romanzo arrivò nel 1939 il film più famoso della storia del cinema, nonché campione d’incassi. Diretto da Victor Fleming e dallo scenografo Cameron Menzies con contributi di George Cukor e Sam Wood, il colossal fu prodotto da David O. Selznick.

Leggi i dieci buoni motivi qui.

Libri e letteratura, al via “Fantastrega”: il gioco sul famoso premio letterario

Ospite in collegamento Nello Di Coste, creator digitale

Se mai dovessimo pensare che oggi, nonostante la scrittura sia un settore particolarmente vivace, nessuno in fondo legga più, ci sbagliamo di grosso. Esiste infatti una fervida corrente di lettori voraci, di giovani divoratori di pagine, di ragazzi e ragazze che hanno utilizzato le piattaforme digitali anche per diffondere un assunto importante: leggere è bello.

Arriva anche quest’anno, per esempio, il FantaStrega: un gioco “virtuale” che, ricalcando in un certo senso il noto Fantasanremo, si basa sul famoso premio letterario, noto a tutti come il Premio Strega. Il gioco consiste nel formare squadre virtuali composte dai libri in concorso e dai bookstagrammer a cui sono abbinati.

Il gioco è aperto a tutti, lettori e non, e si pone l’obiettivo di far conoscere e far circolare di più i libri in concorso.
E soprattutto dimostrare che la lettura è una cosa divertente.

Ma come funziona nello specifico? È obbligatorio schierare 5 libri diversi tra i 12 della dozzina in gara; è possibile iscrivere la squadra entro la data che verrà indicata dopo la proclamazione della dozzina; i bonus e i malus per ogni autore/libro verranno attribuiti in base al regolamento: qualora la valutazione di un bonus o di un malus dovesse essere soggettiva, l’ultima parola spetterà ai Giudici del FantaStrega che valuteranno l’accaduto in modo professionale, incondizionato e obiettivo. Il regolamento potrà subire variazioni da parte dei Giudici del FantaStrega fino alla chiusura delle iscrizioni al gioco

L’assegnazione dei bonus e dei malus si applica agli autori e ai libri a partire dalla chiusura iscrizioni alla consegna del Premio Strega 2023; in caso di inattività i FantaLettori possono essere sostituiti dai Giudici del FantaStrega.

Vince chi, una volta finita la serata di proclamazione del Premio Strega 2023, ha totalizzato il maggior numero di punti.

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