Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra del 3 aprile 2024.
Quanto vale l’università italiana? Nel Paese che ogni anno piange la fuga all’estero di decine di migliaia di cervelli – ma non si preoccupa per le centinaia di migliaia di giovani che animano ogni anno la classifica della dispersione scolastica – è difficile dare una risposta immediata ed esplicita ad un tema che tuttavia dovrebbe interessare molti: sia le famiglie che prima o poi avranno a che fare con un percorso accademico, sia la classe dirigente che sulla formazione universitaria in teoria dovrebbe puntare per plasmare le nuove classi dirigenti del paese
In realtà ogni università ha un ranking che però varia a seconda della graduatoria che consulta perché non esiste un’unica classifica con criteri condivisi: in Italia per esempio c’è il Censis che, sommando i valori di una serie di indici legati ad ambiti statistici tra loro diversi, somma le valutazioni di istituti di ricerca o testate giornalistiche nazionali o internazionali.
La classifica delle università
Stando a questa classifica, il primato va alla Bocconi di Milano, seguita da Luiss e Lumsa, quindi le università di Bologna, Perugia, Trento e via via sino alla Sapienza di Roma che arriva nona. Ma se si confrontano le graduatorie e si allarga il raggio d’azione consultando anche i ranking internazionali, i nostri atenei scivolano velocemente di posizione rispetto ai parametri internazionali.
Ma loro, gli studenti, cosa ne pensano? Il buon senso vorrebbe che avessero maggiore voce in capitolo, ma nella realtà non è così se pochi giorni fa a Roma hanno dovuto manifestare per denunciare il degrado in cui versano alcuni studentati e altri servizi a loro dedicati.
