Home PROGRAMMI A VISO SCOPERTO La rabbia degli agricoltori fa tremare Bruxelles (5/02/2024)

La rabbia degli agricoltori fa tremare Bruxelles (5/02/2024)

 

Gli agricoltori sono in rivolta in tutta Europa.

In Francia sparano letame sulla prefettura, incendiano cumuli di gomme, bloccano le autostrade, spargono letame ovunque. La protesta è arrivata anche a Bruxelles.

Qui la protesta indetta dal C.R.A.  si svolge in maniera pacifica e molto civile, il blocco dell’autostrada ad Orte è stato immediatamente sgombrato, gli agricoltori sono scortati dalle forze dell’ordine, in questo modo il disagio creato è molto relativo, riuscirà questa forma di protesta ad incidere sul governo?

Sembra che la UE potrebbe fare qualche concezione e dilazionare nel tempo il green new deal, ma qui il punto è che le politiche green europee che green non sono, sono una follia che deve essere fermata, senza compromessi. Le politiche europee devono tornare a mettere in primo piano agricoltura, allevamenti, pesca e tutte le regole che limitano e distruggono questi settori devono essere cancellate all’istante.

Si deve tornare ad investire sul sociale, su una sanità “sana” ovvero al servizio del cittadino e non delle multinazionali, sullo sviluppo industriale Invece di investire su insetti e carne sintetica che vanno entrambi bloccati immediatamente. la UE deve tornare ad investire nell’agricoltura e l’Italia deve tutelare i prodotti agricoli italiani e favorirne la produzione e la vendita, mentre oggi favorisce i prodotti stranieri.

La puntata inizia con le ultime notizie sulle protese degli agricoltori si parte dalla Germania con Scholtz, capo del governo tedesco, che rischia il posto, si passa alla Francia e alla Von der Leyen che da una parte fa una finta retromarcia e dall’altra parla degli agricoltori come la categoria che sta più subendo il cambiamento climatico, insomma dimostra ancora una volta di infischiarsene allegramente dei cittadini europei e cosa decisamente più grave, dimostra di ignorare deliberatamente la realtà delle cose. (L’articolo prosegue dopo le immagini)

Agricoltori, Coldiretti e Lollobrigida

Le dichiarazioni della Coldiretti che si dissocia dalla protesta degli agricoltori definendoli infiltrati da “no vax” e neonazisti.

L’incontro del ministro Lollobrigida a Verona con gli agricoltori, che invece di incalzarlo lo applaudono, Danilo Calvani del C.R.A, specifica che le persone che hanno incontrato il Ministro non rappresentano gli agricoltori, insomma sarebbe una messa in scena per fare apparire che gli agricoltori sono con il ministro.

Passiamo all’Italia con i video delle proteste, alle violente proteste in Francia, per arrivare a Bruxelles, dove il Parlamento è stato “blindato” con le barriere di filo spinato per proteggerlo dalla furia degli agricoltori che si sono scontrati con le forze dell’ordine che hanno allontanato i manifestanti con gli idranti. La dimostrazione lampante che il Parlamento UE non rappresenta i cittadini europei e che questa UE non ha nulla di democratico.

Infine la parola agli agricoltori, diversi interventi dalle piazze, ma anche il punto di vista dei pescatori.

I motivi della protesta degli agricoltori

Gli agricoltori protestano contro le politiche europee che li “criminalizzano” come se fossero i responsabili del riscaldamento globale a causa delle emissioni di CO2, una tesi scientificamente falsa, ma imposta come verità ideologica e sovvenzionata con miliardi di euro.

Da quando l’uomo è apparso sulla faccia della terra si è nutrito dei frutti della terra e degli animali, oggi si vuole fermare l’agricoltura e imporre cibi alternativi come gli insetti o la carne sintetica.

Messa a riposo del 10% della superficie agricola, conversione di almeno il 25% della superficie agricola a biologico, obbligo di rotazione annuale di tutte le colture cerealicole (in questo modo si dimezza la produzione di grano), riduzione del 50% dei pesticidi (Ma la UE autorizza l’uso del glifosato per altri 10 anni), riduzione del 30% dei concimi, varo delle etichette nutrizionali “Nutriscore”, diminuzione dello spreco alimentare del 50% ma non all’origine e non in sede di trasformazione.

Le conseguenze sono per esempio lo Stop alla coltivazione di grano e di mais in Pianura Padana nel 2024 o l’esproprio delle risaie centenarie nel vercellese per installare una centrale a pannelli solari.