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Disordini al Cpr di Ponte Galeria, 2 carabinieri feriti

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Il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria a Roma è stato teatro di tragici eventi, con disordini che hanno coinvolto le forze dell’ordine e un drammatico suicidio di un giovane ospite della struttura. Questo tragico episodio pone l’attenzione su una problematica già dibattuta riguardante le condizioni di vita nei Cpr e la gestione dei migranti. La necessità di riforme e di un approccio più umano e rispettoso dei diritti fondamentali delle persone coinvolte è emersa nuovamente con forza, evidenziando la complessità e la delicatezza delle questioni legate all’immigrazione.

Cosa è successo al Cpr di Ponte Galeria

La situazione è degenerata quando un ragazzo di 22 anni, ospite del Cpr, ha compiuto l’estremo gesto del suicidio. La notizia ha scatenato la rabbia e l’indignazione tra gli altri ospiti della struttura, portando a disordini e atti di protesta.

Alcuni di loro hanno abbattuto grate, cercato di sfondare una porta di ferro e addirittura tentato di incendiare un’auto posta all’esterno del centro.

Due carabinieri, presenti sul luogo durante i disordini, hanno riportato ferite lievi in seguito al lancio di sassi e indumenti incendiati.

Lacrimogeni dai carabinieri

In risposta ai disordini, le forze dell’ordine hanno utilizzato lacrimogeni per riportare la situazione sotto controllo. Tuttavia, la tensione persiste, evidenziando le criticità e le tensioni presenti all’interno dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio.

Il drammatico episodio ha suscitato reazioni immediate da parte delle istituzioni e degli attivisti. Pierfrancesco Majorino, responsabile Politiche Migratorie nella segreteria nazionale del Pd, ha espresso preoccupazione e ha sottolineato la necessità di affrontare la situazione nei Cpr. Ha chiesto misure drastiche, compresa la chiusura immediata in alcuni casi, e la ricerca di nuovi strumenti per una gestione più umana e trasparente dei rimpatri possibili.