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Lavoro Lazio, il 40% delle figure cercate non si trova

Nel Lazio sono previste più di 140.000 nuove assunzioni nel primo trimestre del 2024, dato che farebbe registrare un incremento del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo l’ultima pubblicazione del sistema informativo Excelsior. A gennaio, saranno aperte oltre 53.000 posizioni, ma il 40% di esse risulterà essere irrintracciabile.

Il personale notturno risulta difficile da trovare. Intanto, Italo ha annunciato una delle prime opportunità di lavoro dell’anno: la società di trasporto ferroviario sta cercando 30 professionisti tra hostess, steward e personale interno con diploma o laurea. Sorprendentemente, il settore terziario è quello che mostra il minor bisogno di nuove assunzioni.

Lavoro, addetti alla gastronomia cercasi

Romolo Guasco, direttore di Confcommercio Roma, ha fatto sapere che “i rapporti a termine stipulati durante la pandemia sono stati stabilizzati. Oggi mancano addetti alla gastronomia, gestori di punti vendita e magazzini, personale notturno per bar e ristoranti. Nuove opportunità arriveranno dalla svolta sostenibile della moda e dalla digitalizzazione della logistica”.

Ha aggiunto in merito Luca Barrera, segretario della Cna di Roma: “I recenti investimenti in alberghi portano occasioni importanti per installazioni, forniture, lavanderie, arredamento e impiantistica. Non capisco perché i giovani preferiscano lavoretti precari e poco sicuri, snobbando contratti a tempo indeterminato e ben pagati proposti dalle migliaia di micro realtà che compongono il tessuto economico capitolino”.

Sulla mancanza di determinate figure professionali nel Lazio, il segretario generale della CGIL di Roma e del Lazio Natale Di Cola ha dichiarato: “La realtà è che il nuovo lavoro è sempre più squalificante, precario e povero. Il Lazio è la regione della precarietà con quasi 4 contratti su 10 che durano un giorno solo. Una regione dove il 40% delle lavoratrici e dei lavoratori dei settori privati non supera i 15mila euro di retribuzione lorda annua. Una regione dove l’occupazione, soprattuto nella Capitale, è trainata da lavori scarsamente qualificati e retribuiti, che fanno aumentare anche il tasso di overeducation, ossia di persone che svolgono mansioni che richiedono competenze e conoscenze inferiori a quelle che possiedono”.